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 2016  febbraio 23 Martedì calendario

In Francia si usano autovelox finti per risparmiare ma i morti sulle strade aumentano

Per fermare l’aumento degli incidenti e del numero dei morti sulle strade (erano 3.268 nel 2013, 3.384 nel 2014 e sono stati 3.464 l’anno scorso, con una crescita del 2,4% e un trend che da tre anni non accenna a invertirsi) basteranno i pannelli che il ministero dell’interno ha fatto sistemare lungo una delle strade provinciali più pericolose di Francia, la «départemental 939» nel Pas-de-Calais, a nord di Parigi, con l’avvertimento «Pour vôtre sécurité contrôles radars frequents», come dire: attenzione Autovelox in agguato? E basterà l’impegno a sistemarne altri analoghi su un altro centinaio di strade entro la fine dell’anno e su altre mille almeno, entro il 2020?
Quello che il braccio destro del ministro dell’interno per la sicurezza stradale, Emmanuel Barbe, non dice, anzi lo dice aggiungendo una spiegazione che fa quasi sorridere, è che gran parte dei radar frequenti annunciati dai pannelli sono finti, non ci sono, ma questo gli automobilisti non possono saperlo, quindi nel dubbio, secondo il signor Barbe, saranno portati a rallentare, a comportarsi civilmente, a rispettare le regole del codice della strada.
Non è uno scherzo del ministro dell’interno, Cazeneuve, che ha recentemente polemizzato con la presidente dell’associazione «Prévention routière», prevenzione stradale, Anne Lavaud, sostenendo che l’aumento del numero degli incidenti e dei morti è direttamente proporzionale all’aumento del traffico causato (secondo lui) anche dal crollo del prezzo dei carburanti, ma di una vera campagna di prevenzione basata sui cosiddetti controlli finti o controlli a campione che prevede, appunto, l’impiego di un gran numero di radar inesistenti.
L’amministrazione centrale, infatti, ha sempre meno risorse per tenere in ordine un patrimonio stradale di centinaia di migliaia di chilometri d’asfalto (quella francese è pari al 20% della rete stradale europea) che costa, in manutenzione, al netto dei 9 mila chilometri di autostrade date in concessione a società private come in Italia, oltre 1,3 miliardi di euro all’anno. Una spesa sempre meno sostenibile, come si può immaginare, che ha spinto lo stato a cedere man mano le strade alle regioni, ai dipartimenti e ai comuni (su 380 mila km di «dipartimentali» e 660 mila km di «comunali» oggi lo stato ne gestisce direttamente solo 11 mila), i quali hanno ancora meno risorse per coprire le buche, tenere in ordine le banchine, aggiornare la segnaletica orizzontale, garantire l’illuminazione.
Conseguenza: «lo stato inquietante delle strade», come denuncia Philippe Laurent, sindaco di Sceaux nella regione dell’Hauts-de-Seine e segretario generale dell’Association des maires de France, l’equivalente della nostra Anci. «Nella mia provincia, la Marna», gli fa eco il presidente comunista del Conseil départemental, «siamo stati costretti a spegnere le luci per risparmiare. Così di notte non si vede niente e guidare in queste condizioni è come superare le prove di Fort Bovard» (Fort Bovard è un reality tv molto seguito, ambientato dentro la fortezza napoleonica di Bovard, una specie di Isola dei famosi, nda).
In queste condizioni di degrado, fanno osservare all’associazione «Quarante millions d’automobilistes», che ha appena lanciato il concorso «Segnalate la peggiore strada di Francia», il meno che possa accadere è l’aumento degli incidenti, con più di 3 mila morti (come si diceva all’inizio) tra cui una novantina di bambini, cosa che fa letteralmente imbestialire la presidente di Prévention Routière, Anne Lavaud: «Il tasso di incidentalità con bambini in Francia è da due a quattro volte più alto che in Svezia, in Irlanda e in Gran Bretagna. Ci sarà pure una ragione, no?». Al ministero dell’interno danno la colpa agli automobilisti che guidano in stato di ebbrezza. Alcol e stupefacenti sono la causa rispettivamente del 30 e del 25% degli incidenti, due punti percentuali in più rispetto al 2014 secondo le statistiche. E poi la «vitesse», la velocità. I francesi vanno sempre più forte, almeno 4 km in più nel 2015 rispetto all’anno prima, e non rispettano le regole: al telefonino, senza cintura insomma, sembrano quasi italiani quando sono al volante.
E se gli italiani hanno imparato a dribblare gli Autovelox, volete che i francesi non riescano a evitare i «côntrols leurres» dei finti radar e i controlli volanti con auto-civetta della polizia? A questo proposito è scoppiata un’altra grana: il ministero dell’interno avrebbe voluto affidare queste auto-civetta con gli autovelox a società private esterne per liberare da questa incombenza i poliziotti. Ma il quadro giuridico è poco chiaro (il radar privato può emettere multe?) e così le auto-civetta restano in garage. E la statistica degli incidenti stradali si allunga.