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 2016  febbraio 23 Martedì calendario

Nella Crimea russa si vive bene

Il dominio russo sulla Crimea sta rilanciando le aspirazioni della penisola strappata dall’Ucraina nel 2014. Stando ai dati forniti da Mosca, la Crimea sta vivendo un nuovo rinascimento, nonostante la crisi economica, le tensioni con Kiev e tutte le problematiche legate all’annessione della nuova Repubblica alla Federazione Russa.
Nei giorni scorsi Vladimir Putin ha incontrato al Cremlino il governatore della Crimea, Sergei Aksyonov, con cui ha fatto il punto della situazione dopo l’emergenza energetica del novembre scorso.
Certo, paragonare gli attuali risultati con quelli del 2014, quando l’Ucraina è precipitata sull’orlo della guerra civile con la cacciata dell’ex presidente filorusso Viktor Yanukovich e la salita al potere dell’attuale leader Petro Poroshenko, è gioco facile, ma dall’attenzione che Putin riserva alla penisola sul Mar Nero si capisce come questo territorio sia molto strategico per Mosca, non solo in termini politici.
Il governatore Aksyonov si è vantato con Putin di come i cittadini della Crimea siano tornati a pagare le tasse: a fine anno sono stati versati 31 miliardi di rubli (circa 366 milioni di euro), coprendo il 110% del piano approvato, in crescita del 40% rispetto al 2014. E poi, stando ai dati resi noti dal Cremlino, la produzione industriale nella Repubblica di Crimea è cresciuta del 12% rispetto al 2014, «con l’industria alimentare che ha registrato una crescita per la prima volta in sette anni, ed è stata pari al 36%», ha evidenziato con orgoglio il governatore. Sul fronte agricolo, tasto particolarmente sensibile da quando Putin ha disposto l’embargo sui prodotti occidentali, in Crimea nel 2015 si è registrato un raccolto di 1,3 milioni di tonnellate di grano, il 14,5% in più rispetto alla stagione precedente.
Dinamiche positive, dunque, che si dovrebbero consolidare anche grazie alle sovvenzioni pubbliche: se il bilancio federale nel 2015 ha riservato 685 milioni di rubli all’agricoltura della Crimea (8 milioni di euro), nel 2016 la cifra salirà a 2,8 miliardi di rubli (33 milioni di euro).
Tra Mosca e Sinferopoli c’è un legame sempre più stretto, con il vice premier Dmitry Kozak che segue da vicino le procedure per far della Crimea una delle repubbliche più integrate della Federazione. Mentre il ministro dell’energia Alexander Novak ha il compito di garantire l’autonomia energetica della penisola dopo il blackout di fine novembre: a maggio, o forse prima, partiranno i lavori per un nuovo ponte energetico con la Russia, in modo che la Crimea, una delle mete turistiche più gettonate della Russia, possa essere pronta per la prossima estate.