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 2016  febbraio 23 Martedì calendario

Napoli-Milan vista da Gianni Mura

Controsorpasso rinviato a non si sa quando. Il Napoli spreca un’ottima occasione, ma il Milan non sta a guardare e certamente Mihajlovic di questo pareggio è più contento di Sarri. Si sono viste due squadre molto diverse nel ritmo e nell’efficacia. Il Napoli del primo tempo è frenetico, tende a strafare, il Milan può solo difendersi e lo fa con una certa abilità, nonostante l’assenza di Romagnoli. Alex e Zapata giocano insieme per la prima volta, ma non si direbbe. Fatto sta che al Napoli occorrono dieci tiri verso la porta, quasi tutti fuori bersaglio, per andare in vantaggio. Gol non clamoroso, tiro da fuori di Insigne che Abate devia nettamente alle spalle di Donnarumma, partito in ritardo. Gol che esalta il San Paolo, ma dopo 5’ è già pareggio, sul primo tiro del Milan: cross di Honda, deviazione di Koulibaly, Bonaventura al volo da pochi passi. Non è un brutto Napoli, ma a quel ritmo non può reggere. Higuain non segna, ci va solo vicino, Mertens nemmeno (palo), Insigne si spegne come Allan, Hamsik non s’è mai acceso. Non è un bel Napoli, quando dalla frenesia passa a una gestione scolastica della partita. Azzurri più prevedibili, molti errori nei passaggi. Che il Milan puntasse al pari s’era capito dalle perdite di tempo di Donnarumma già dopo 20’ (ammonito all’inizio del secondo). Atteggiamento difensivo ma una certa efficacia nel contropiede: nullo Bacca, Niang e Honda potevano segnare nel finale, come El Kaddouri. Sembrano un po’ sfiatati i tenori di Sarri, già nervosetto di suo: altra espulsione per futili motivi. Da Higuain non si può pretendere che faccia gol in ogni partita. Tra Torino e ieri, contando anche uno scampolo in Spagna, siamo a zero. E se non segna lui cominciano i guai. Forse è il caso di dare fiducia a qualche riserva, a Firenze. La Juve ha dimostrato a Bologna di non essere irresistibile. E il Napoli l’ha certificato ieri: contro un Milan solido e votato al sacrificio, in una partita da vincere assolutamente, non ha vinto. Dopo i picchi altissimi, i filotti vittoriosi, siamo su prestazioni più normali, più imperfette. E così il duello continua, in testa, come tra due pugili che non dispongono del colpo da ko.