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 2016  febbraio 23 Martedì calendario

Storie di canali, dighe e tunnel in giro per il mondo

Con i suoi 86 chilometri il Canale Cavour è più lungo del Canale di Panama, che si ferma a 81,1, compresi i prolungamenti in mare. Ma nella Pianura Padana non c’erano montagne da tagliare in due e tutto fu più facile. Quello di Panama è stato probabilmente lo scavo più ardito e complesso mai realizzato dall’uomo. L’idea era venuta ai francesi, che avevano appena scavato il Canale di Suez e pensavano che cose del genere si potessero fare ovunque. Ferdinand de Lesseps aveva cominciato a raccogliere fondi nel 1881 e aveva disegnato un canale privo di chiuse, come a Suez. Si arrese nel 1885, sostituito da un altro visionario, Gustave Eiffel, la cui impresa fallì nel 1889. Nel 1901 gli Stati Uniti ripresero il progetto così seriamente che quando la Colombia, sul cui territorio si trovava l’istmo, rifiutò di concedere il permesso, organizzarono una rivolta che proclamò Panama repubblica indipendente sotto tutela americana. Ora si poteva cominciare a scavare sul serio.
Il primo fu Ramesse II
Il primo a provarci di nuovo fu l’ingegnere John Wallace nel 1904. Perché facesse in fretta, il presidente Theodore Roosevelt gli aveva assegnato uno stipendio di 25.000 dollari all’anno, inferiore solo al suo tra i dipendenti pubblici. Ma Wallace, in soli 12 mesi, fu sconfitto da pioggia, fango, febbre gialla, sfortuna e disorganizzazione. Fu sostituto da John Stevens, l’uomo che aveva costruito la Great Northern Railway e che per prima cosa realizzò infatti una ferrovia sulla quale si potessero portare provviste all’andata e detriti al ritorno. Anche lui si arrese, nel 1907, sostituito finalmente dall’uomo giusto: il colonnello George Washington Goethals, che agì come se fosse in guerra. Gli operai erano il suo «esercito di Panama» e il nemico era il monte Culebra, che bisognava tagliare in due. In un anno, Goethals scavava la stessa quantità di terra che i francesi avevano scavato in 17 anni e nel 1914 il canale era pronto: per passare dall’Atlantico al Pacifico non era più necessario doppiare Capo Horn.
Prima di arrendersi a Panama, De Lesseps aveva portato a termine lo scavo più epico del suo tempo, congiungendo il Mar Rosso al Mediterraneo. Ci avevano già provato Ramesse II nel 1300 a.C., il re persiano Dario I nel 500 a.C. e Tolomeo II due secoli dopo. Ma l’idea giusta era venuta nel 1846 a Prosper Enfantin, un seguace di Saint Simon e delle sue teorie socialiste: solo il progresso e la tecnologia avrebbero migliorato le condizioni dei poveri. Dotato come tutti gli idealisti di scarso spirito pratico, Enfantin fece fallire la società che doveva scavare il canale. Restò il progetto di Luigi Negrelli, un ingegnere del Trentino, all’epoca territorio austro-ungarico, che fu adottato da De Lesseps con tale entusiasmo che al momento dell’inaugurazione, il 17 novembre 1869, il francese si assunse tutto il merito dell’opera. Da quel giorno, cominciò la fine della millenaria storia dei mercantili a vela, e non fu più necessario circumnavigare l’Africa per arrivare dall’India e dalla Cina nel Mediterraneo.
Un altro ingegnere italiano, Luigi Gallioli, ha disegnato i progetti di un’opera che come Suez ha cambiato l’Egitto: la diga di Assuan, voluta dal presidente Gamal Ab del-Nasser. Innalzata per 111 metri sulla prima cateratta del Nilo tra il 1960 e il 1970, regola le piene del fiume e fornisce elettricità in cambio di un prezzo elevato: più malattie dovute alle zanzare, meno limo sulle coltivazioni, maggiore salinità nel delta del Nilo.
Alti pedaggi
Ogni grande diga chiede alti pedaggi: quella di Itaipú tra Brasile e Paraguay, considerata una delle sette meraviglie ingegneristiche del mondo, ha completamente distrutto le cascate più estese del pianeta, quelle di Guaíra. La diga delle Tre Gole sullo Yangtze ha inondato 1300 siti archeologici, 13 città, 140 paesi e 1.350 villaggi, e costretto a emigrare quasi 1,5 milioni di persone.
Ma in fatto di grandi opere pubbliche il più brillante visionario è stato probabilmente il presidente americano Franklin Delano Roosevelt, i cui progetti hanno portato gli Stati Uniti a uscire dalla Grande Depressione. A lui si devono la diga di Fort Peck sul Missouri, la diga Hoover sul Colorado, l’autostrada sul mare tra Miami e Key West e il trafficatissimo Lincoln Tunnel che collega il New Jersey a Manhattan, la prima grande galleria al mondo costruita senza che ci fosse una sola vittima tra gli operai.