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 2016  febbraio 23 Martedì calendario

Uova, bacon, pane, latte e caffè non costavano così poco da parecchi anni. I dati del breakfast index

La colazione anglosassone non costava così poco da anni, ma non è detto che sia una buona notizia per tutti. Dietro al calo del conto al ristorante, infatti, ci sono ragioni non proprio incoraggianti per l’economia globale.
Il Financial Times tiene un rigoroso “breakfast index”, che segue anno dopo anno l’oscillazione del prezzo del primo pasto quotidiano. Tutti i medici raccomandano di cominciare la giornata mettendo nel nostro corpo la benzina giusta per affrontare le sfide del lavoro e della vita, ma non è la filosofia salutista che spinge il quotidiano finanziario britannico a tenere i conti. Il problema è economico, e offre indicazioni preziose sulla salute non solo alimentare del globo, visto che riguarda beni essenziali per la nostra sopravvivenza.
Il Financial Times ha calcolato che la colazione all’inglese, cioé quella fatta di uova, bacon, pane, latte, succo d’arancia, caffè, e magari anche funghi o fagioli, ha toccato il prezzo più basso degli ultimi sei anni. Non costava così poco dall’ottobre del 2009, ossia un anno dopo l’esplosione della grande crisi cominciata con il fallimento di Lehman Brothers. Il motivo principale sta nel calo del prezzo del petrolio, che di conseguenza ha fatto scendere anche quello di sei beni fondamentali per il breakfast, come grano, latte, caffè, succo d’arancia, zucchero e maiali. A questo si è aggiunto un aumento della produzione e delle esportazioni da Canada, Russia e Argentina, il rafforzamento del dollaro che ha abbassato i prezzi di molte “commodity”, la crisi del real brasiliano che ha depresso il caffè sotto ai costi di produzione, un eccesso di latte sul mercato e una diminuzione della domanda globale. Il succo d’arancia ha retto solo perché una malattia degli agrumi ha colpito la Florida, mentre il freddo eccessivo ha danneggiato gli allevamenti dei maiali in Cina, ma il rilancio del settore negli Stati Uniti dovrebbe bilanciare il problema.
Per tutte queste ragioni il prezzo della colazione è sceso, perché è calato quello delle materie con cui si cucina. Dietro alla notizia apparentemente positiva, però, ce ne sono altre due meno incoraggianti. La prima è che la diminuzione dei prezzi e della domanda ha un effetto negativo sull’economia dei paesi produttori, spesso già poveri. La seconda è che gli investitori, gli hedge fund, gli speculatori, hanno scommesso sul calo dei generi alimentari, e potrebbero provocare forti fluttuazioni, nel momento in cui l’arrivo di notizie positive sul settore li spingessero a comprare “commodity” per proteggere le loro scommesse. Come dicono gli americani, un “pasto gratis” non esiste mai.