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 2016  febbraio 23 Martedì calendario

Finalmente, per Natale, sarà completata la Salerno-Reggio Calabria. Ma solo un po’

A tarda sera dal ventre della galleria Laria escono betoniere, scintille e voci di uomini. «Facciamo tre turni di 8 ore ciascuno, lavoriamo h24, sette giorni su sette», racconta l’operaio Giuseppe, sgranando il suo rosario di addetto alle saldature dell’acciaio. La galleria Laria è uno dei quattro tunnel sul nuovo tracciato in fase di completamento tra Borgo Laino e Campotenese. Questi sono i venti chilometri e mezzo di Salerno- Reggio Calabria su cui il premier Renzi ha puntato la sua scommessa. E la sua reputazione. «Finire entro Natale come vuole il presidente del Consiglio? Ce la faremo, siamo già al 70% di avanzamento del cantiere», ti dice Giuseppe il saldatore del varco 5. E la pensa così anche Luca che guida su e giù il camion con i massi, Vincenzo che sta stringendo i bulloni dell’impalcatura di ferro illuminata a giorno, e più o meno tutti gli altri 1.200 operai del “macrolotto 3, parte 2”. Quello che il governo ritiene essere l’ultimo tratto di A3 da aprire per avere finalmente un’autostrada moderna, a quattro corsie per tutti i suoi 442 chilometri, in linea con gli standard europei di sicurezza. «Inaugureremo la Salerno-Reggio Calabria il 22 dicembre», ha dichiarato ieri Renzi nell’appuntamento con la stampa estera, ricevendo come risposta la risata sarcastica dei giornalisti stranieri che gli ha guastato la solennità dell’annuncio. «Chi ha rumoreggiato sarà costretto a fare un pezzo di strada con me, e guido io», ha scherzato. Quella di Renzi più che a una battuta assomiglia a una sineddoche, figura retorica per indicare una parte e intendere il tutto. È innegabile che la variante di valico tra Borgo Laino e Campotenese, la “parte”, sia a un ottimo punto, e sarà completata in anticipo rispetto al dicembre 2017, termine indicato inizialmente alle ditte appaltatrici dell’Ati Italsarc, Ghella e Cmb. Per questi 20,5 chilometri sono stati spesi quasi 500 milioni di euro. Il viadotto Filomano di 250 metri è fatto, la galleria Iannello pure, il viadotto Italia alto 160 metri (il secondo d’Europa per altezza) è in fase di ultimazione, la galleria Laria ha bisogno di essere bucata con la trivella ma non è lunghissima. Un po’ in ritardo invece è la galleria Mormanno: è agibile la “canna” sud, mentre quella nord deve essere ancora traforata. Tutto sommato, però, con i ritmi cui stanno lavorando gli operai il 22 dicembre non sembra più un miraggio. La domanda, però, resta. Inaugurare la variante di Borgo Laino significa il “tutto”, cioè la realizzazione dell’intero progetto di ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria così come era stato pensato e finanziato alla fine degli anni Novanta? «Renzi non può sostenerlo, perché c’è almeno un altro lotto, dal Viadotto Stupino ad Altilia di 5,6 km che è appena andato a gara e porterà via molto tempo», osserva Antonio Di Franco, il sindacalista della Fillea-Cgil locale che ha firmato con Anas e le ditte appaltatrici un protocollo di legalità e l’accordo integrativo sugli orari di lavoro. «Il progetto A3, costato finora 8 miliardi di euro, prevedeva il rifacimento anche di altri tratti». Al momento su tutto il percorso sono aperti due cantieri: uno a Borgo Laino, l’altro tra Campo Calabro e Reggio Calabria per uno spezzone di 9,1 km su cui sta lavorando Impregilo. Entrambi hanno buone possibilità di essere chiusi entro la data indicata da Renzi. Stando alla mappa pubblicata sul sito Anas, però, ci sono ancora tre tratti segnati in rosso, fermi alla fase di progettazione: il Morano Castrovillari-Sibari, Cosenza-Rogliano, Pizzo Calabro-S.Onofrio. In tutto fanno 43 chilometri di autostrada che non è un’autostrada: due corsie strette senza la terza di emergenza, asfalto rattoppato, condizioni di manutenzione pessime. «Sono i pezzi più pericolosi della Salerno-Reggio Calabria – sostiene Di Franco – soggetti a frane e smottamenti. Lo stesso dicasi per quello tra il Viadotto Stupidino e Altilia. Per completarla veramente tutta servirebbero ancora 2,5 miliardi». Stando a quanto risulta a Repubblica, però, il governo ha in mente un’altra strategia. La parola chiave è “project review”, cioè revisione del progetto. I segmenti di autostrada rimasti fuori dall’ammodernamento subiranno comunque un’operazione di restyling nei prossimi anni, che non dovrà nelle intenzioni di Anas impedire o limitare la circolazione dei veicoli. Saranno interventi leggeri e meno costosi di quanto era stato preventivato. A loro modo, un’altra sineddoche. La parte per un tutto che non arriverà mai.