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 2016  febbraio 23 Martedì calendario

Gli Stati Uniti hanno spiato Berlusconi

«Un incontro tenutosi il 22 ottobre tra la cancelliera Angela Merkel, il presidente francese Nicolas Sarkozy e il primo ministro Silvio Berlusconi è stato definito nei giorni seguenti come teso ed estremamente duro verso il governo di Roma dal consigliere personale per le relazioni internazionali del primo ministro italiano, Valentino Valentini. Merkel e Sarkozy, che evidentemente non tolleravano scuse sull’attuale situazione difficile dell’Italia, hanno fatto pressioni sul primo ministro affinché annunciasse forti e concrete misure e affinché le applicassero in modo da dimostrare che il suo governo è serio sul problema del debito (italiano)». È un’intercettazione segretissima dell’ottobre 2011, che per la prima volta prova come il premier e le figure di punta di Palazzo Chigi venissero controllate dalla Nsa, la potente agenzia di intelligence statunitense. Un documento che oggi WikiLeaks pubblica in esclusiva in collaborazione con Repubblica e l’Espresso assieme a un team di media internazionali. E che fa luce su alcuni aspetti dell’autunno più cupo per l’Italia, scandito dall’esplosione dello spread e sfociato tre settimane dopo nelle dimissioni del presidente del Consiglio. Le fasi critiche del declino berlusconiano vengono seguite in diretta dagli agenti americani. Che intercettando Valentini scrivono: «Sarkozy avrebbe detto a Berlusconi che, mentre le affermazioni di quest’ultimo sulla solidità del sistema bancario italiano, in teoria, potevano anche essere vere, le istituzioni finanziarie italiane potrebbero presto “saltare in aria” come il tappo di una bottiglia di champagne e che “le parole non bastano più” e che Berlusconi “ora deve prendere delle decisioni”. Non solo: il 24 (ottobre) Valentini ha indicato che il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha sollecitato l’Italia ad adottare misure finalizzate a ridurre l’impressione all’interno dell’Unione Europea che l’Italia sia oppressa da un enorme debito, in un momento in cui sta lottando anche con una bassa produttività e la sua economia sta mostrando poco dinamismo». I file di Wikileaks indicano quanto fosse vasto il monitoraggio nei confronti della presidenza del Consiglio. Secondo questi nuovi documenti, oltre a Berlusconi e Valentini, sono state intercettate anche le conversazioni del consigliere del premier per la sicurezza nazionale, Bruno Archi, del viceconsigliere diplomatico Marco Carnelos, e del rappresentante permanente dell’Italia alla Nato, Stefano Stefanini. Stando ai documenti, nel marzo 2010, Berlusconi è stato registrato mentre parla con il leader israeliano Benjamin Netanyahu. In quel momento le relazioni tra Israele e Stati Uniti erano tese. E secondo quanto ricostruisce un’intercettazione top secret della Nsa, Netanyahu contattò vari paesi europei, tra cui l’Italia: «Parlando con il primo ministro Berlusconi, Netanyahu ha insistito che la scintilla che ha innescato la disputa – la decisione di Israele di costruire 1.600 case nei territori contesi di Gerusalemme est – era totalmente in linea con la politica nazionale fin dai tempi dell’amministrazione di Golda Meir, e ha dato la colpa della cattiva gestione di questo caso a un funzionario del governo dotato di scarsa sensibilità politica. L’obiettivo adesso – ha detto Netanyahu – è di evitare che i palestinesi usino questa vicenda come una scusa per bloccare la ripresa dei colloqui o per avanzare pretese irrealistiche che potrebbero affondare una volta per tutte le negoziazioni di pace. Continuando, ha affermato che la tensione è stata solo aggravata dalla mancanza di un contatto diretto tra lui e il presidente degli Stati Uniti. In risposta, Berlusconi ha promesso di mettere l’Italia a disposizione di Israele, nell’aiutare a rimettere a posto le relazioni di quest’ultimo con Washington». Le registrazioni sono state condotte dal più segreto dei reparti della Nsa: lo Special Collection Service (Scs), un’unità speciale che opera sotto copertura diplomatica nelle ambasciate e nei consolati americani in giro per il mondo, per sorvegliare governi amici e nemici. Obiettivo dei team Scs è raccogliere intelligence in tempo reale sulla leadership dei paese in cui opera. Già nel 2013, grazie ai file diffusi da Edward Snowden, l’Espresso e Repubblica avevano rivelato come l’Italia fosse l’unico paese europeo, insieme alla Germania, ad avere sul proprio territorio due sezioni dello Special Collection Service: uno a Roma e l’altro a Milano. Dall’analisi dei nuovi documenti, si scopre adesso che venivano tenuti sotto controllo sia telefoni fissi – come nel caso del rappresentante italiano presso la Nato Stefanini – sia i cellulari. Sono utenze mobili quelle dell’allora viceconsigliere diplomatico e attuale ambasciatore a Baghdad Carnelos e dell’allora consigliere per la sicurezza nazionale Bruno Archi. Alcune delle intercettazioni realizzate in Italia – come quella tra Berlusconi e Netanyahu – sono classificate dalla Nsa come condivisibili con i “Five Eyes”, l’alleanza dell’intelligence tra Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia, Nuova Zelanda. Invece il file sul colloquio di Valentini ha un livello di segretezza più alto: secret/noforn, ovvero top secret e non rilasciabile a nazioni straniere. E sul dossier viene specificato che è stata raccolta con mezzi «non convenzionali» ( unconventional), un termine che nella maggior parte dei casi si riferisce alle operazioni dell’Scs. Già nel 2013, l’Espresso e Repubblica avevano rivelato, grazie ai file di Snowden, i piani di sorveglianza di massa della Nsa contro l’Italia. Oltre a citare la presenza di due team dello Special Collection Service a Roma e a Milano, parlavano delle operazioni “Bruneau” e “Hemlock” per spiare le comunicazioni della nostra ambasciata a Washington. Ma il capitolo più inquietante era relativo alla massiccia raccolta dei metadati – le informazioni sui contatti telefonici cellulari, con numeri chiamati, posizioni e durata delle conversazioni – degli italiani: in un solo mese, dal 10 dicembre 2012 al 9 gennaio 2013, la Nsa ha raccolto nel nostro paese i metadati di 45.893.570 telefonate. Nonostante queste notizie non fossero state smentite, non ci sono state indagini della magistratura, né inchieste parlamentari. Mentre altri governi, in particolare quello francese e tedesco, hanno reagito con durezza alle notizie sullo spionaggio condotto dalla Nsa, Palazzo Chigi ha sempre minimizzato l’attività svolta nel nostro paese. L’allora presidente del Consiglio Enrico Letta ha dichiarato alla Camera: «In base alle risultanze dell’intelligence e ai contatti internazionali avuti, non risultano compromissioni della sicurezza delle comunicazioni dei vertici del governo, né delle nostre ambasciate. Non risulta che la privacy dei cittadini italiani sia stata violata». Questi documenti adesso dimostrano l’esatto contrario.