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 2016  febbraio 21 Domenica calendario

La Finlandia vuole impedire il ricongiungimento delle famiglie agli immigrati che guadagnano meno di 1.700 euro

Nella levata di scudi contro l’immigrazione incontrollata, spicca una storia intrecciata con un progetto di legge in discussione in Finlandia, che obbligherebbe coppie miste formate da un partner finnico e da uno extracomunitario a superare un reddito minimo per stabilirsi nel paese. Misura che ricorda altre simili, come la confisca di valori ai migranti in Danimarca o l’accordo strappato dal premier inglese David Cameron all’Ue sul blocco dei sussidi a lavoratori stranieri. La segnala Al Jazeera, la tv araba che, manco a dirlo, critica la limitazione dell’immigrazione in Europa.
Costretti a vivere in Ungheria, due coetanei di 29 anni, la ragazza finlandese Annastiina Kallius e il fidanzato iraniano Babak Arzani, conosciutisi in un gruppo teatrale, temono che se la nuova legge venisse approvata, non potrebbero sposarsi e vivere in Finlandia non avendo i requisiti minimi. Cioè, per i coniugi 1700 euro netti mensili, dato l’alto costo della vita nella nazione scandinava, che salirebbero a 2600 euro netti nel caso di una coppia con due figli. Cifre ancor più alte nella realtà, data la tassazione finlandese, che gonfierebbe lo stipendio lordo del 35%. Annastiina e Babak, volontari di associazioni umanitarie, lavorano, la prima come consulente studentesca, il secondo nella programmazione di computer, ma con entrate limitate. La ragazza lamenta: «Ci sentiamo sotto pressione, troviamo questa legge riprovevole e le opportunità di lavoro per noi giovani in Finlandia sono misere. Se ci trasferissimo lì non ci sarebbe garanzia che io possa trovare un lavoro abbastanza remunerativo da portarci mio marito».
Nelle identiche condizioni, la sua amica Aiski Ryökäs, altra finlandese che in Ungheria s’è messa con un iraniano, Behrooz Torki. Dice: «Questa legge lede il diritto dei più poveri a vivere come una famiglia, rompe le famiglie e le vite delle persone». Un rappresentante finnico dell’associazione Amnesty International, Mikko Aarnio, ricorda: «I requisiti sarebbero ardui persino per molti finlandesi».
Dal parlamento di Helsinki, il portavoce del partito anti-immigrazione “Persino i Finnici”, Sampo Terho, fa intendere che la proposta di legge «non è diretta ai cittadini finnici, ma vuol scoraggiare le richieste d’asilo». I deputati ne discuteranno riflettendo sulla legittimità o meno di interferire in un fatto così privato come la scelta del coniuge. Ma la Finlandia non vuole nuove ondate. Il 28 gennaio il governo ha reso noto il respingimento delle domande d’asilo di 20.000 dei 32.000 migranti arrivati nel paese in tutto il 2015. Nel 2014 gli ingressi erano stati solo 2600. L’aumento era troppo massiccio e ingestibile perché le autorità decidessero altrimenti. Helsinki non vuol inoltre fomentare tensioni fra la popolazione, considerato che stanno crescendo le ronde del gruppo “Soldati di Odino”, che sorveglia le città per controllare cosa combinano i rifugiati. Si teme anche che lo stato sociale tipico delle società scandinave finisca per incepparsi oberato dai costi aggiuntivi dei sussidi ai nuovi immigrati. Ansia che ha spinto la Danimarca il 27 gennaio ad approvare la requisizione delle sostanze dei rifugiati eccedenti 1340 euro, cioè 10.000 corone danesi, a persona, per evitare che i cittadini, già appesantiti da salate tasse per pagarsi i servizi, ricadano in livelli fiscali intollerabili.
Alcuni lander tedeschi stanno adottando misure simili, tanto che la Baviera richiede il pagamento dei valori extra su una soglia di 750 euro e il Baden Wurttenberg addirittura lascia in tasca solo 350 euro. Non stupisce che Cameron abbia alzato la posta ottenendo la moratoria d’emergenza di 7 anni per i sussidi agli stranieri.