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 2016  febbraio 21 Domenica calendario

Nel quartier generale dei corazzieri

Piacerà parecchio ai bambini, ma pure ai loro nonni e papà. Perché nella caserma dei Corazzieri, che dal 27 febbraio verrà aperta al pubblico ogni sabato mattina, saranno in mostra spade, elmi, alabarde, cimieri, stendardi, selle, armature come sul set dei kolossal cavallereschi. Si visiterà il più grande maneggio al coperto che ci sia a Roma e forse in Italia, con gli enormi destrieri irlandesi montati nelle cerimonie di Stato. E sarà possibile ammirare una collezione di motociclette capace da sola di attirare i patiti del genere: si tratta delle Guzzi California Vintage con cui vengono tuttora scortati i presidenti della Repubblica, con tale perizia che, quando nel 1982 venne in Italia, Ronald Reagan andò in visibilio per come i corazzieri motociclisti sanno schivare le buche capitoline e li paragonò ai cowboy di sua conoscenza. Grato dello show, il presidente Usa regalò loro una sella decorata che si troverà esposta vicino a quella donata in seguito da Gheddafi: strano scherzo del destino. 
La location
Anche la location è speciale. Il quartier generale dei Corazzieri si trova in via XX Settembre, cinque minuti a piedi dalla Stazione Termini, in un edificio secentesco che sta sopra antiche rovine romane, visibili sotto il pavimento del refettorio: un tratto delle mura serviane, un ninfeo, alcuni mosaici colorati che forse appartenevano alla Domus Flavii. Ma la curiosità è un’altra: all’arrivo dei piemontesi il complesso era popolato dalle pie monache di San Bernardo. Lo è tuttora, nel senso che una porzione appartiene a loro e un’altra invece venne occupata «manu militari» il giorno della Breccia di Porta Pia. Col risultato bizzarro che da allora le suore di clausura confinano, e praticamente si guardano, con la Caserma dedicata ad Alessandro Negri di Sanfront, protagonista della famosa carica di Pastrengo. Glorie guerriere savoiarde che ci portano indietro nei secoli, perché il corpo dei corazzieri (non si chiamavano ancora così) già fece parlare di sé nella battaglia di San Quintino, anno 1557. Erano arcieri a cavallo, solo a metà ’800 diventarono la guardia d’onore del re, quindi della Repubblica, inquadrati come forza scelta dei Carabinieri. Oggi li comanda il colonnello Alessandro Casarsa. Sono alti come minimo un metro e 90, abili cavallerizzi oltre che motociclisti, molti di loro sanno lanciarsi col paracadute e tirare come cecchini. Ma da tempo immemore, ormai, svolgono funzioni di alta rappresentanza. Cossiga immaginò di trasformarli in un manipolo combattente, capace di presidiare il Colle in caso di golpe (non si sa mai), però dovette cambiare idea. La loro vera specialità consiste nel restare immobili e maestosi come statue nelle cerimonie ufficiali, magari sotto il sole per ore, senza svenire dal caldo.
Insomma, i corazzieri sono tra i simboli più popolari della Repubblica. Incarnano, meglio di tanti politici, la solennità delle istituzioni (anche se a molti fanno venire in mente Napolitano-Crozza che canta «Happy» con un paio di loro). Il loro quartier generale è anche un luogo della memoria collettiva. Sergio Mattarella ne ha voluto spalancare le porte così come aveva fatto per il Quirinale, ora aperto cinque giorni su sette, e per la tenuta presidenziale di Castelporziano, dove sono stati ospiti a turno 500 disabili. Le prenotazioni per la Caserma dei corazzieri si faranno on-line, collegandosi all’indirizzo http://palazzo.quirinale.it.