Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  febbraio 21 Domenica calendario

Giachetti, Marchini e il sostegno di Rutelli (che non è poi così scontato)

«Almeno dieci di quelli che stavano qui oggi possono essere assessori nella prossima giunta, ho organizzato un talent show…». Francesco Rutelli è soddisfatto quando esce dall’auditorium della Conciliazione, a due passi dal Vaticano. Quasi tutti i candidati a sindaco di Roma hanno risposto all’invito e sono andati ad ascoltare economisti, architetti, professionisti mobilitati dalla sua associazione «La prossima Roma»: c’era Alfio Marchini, che spera ancora di incassare il sostegno di Rutelli come nel 2013; c’era Roberto Morassut, il veltroniano alle primarie del Pd sostenuto anche dai bersaniani; e c’erano Stefano Fassina, il candidato della sinistra, e il verde Gianfranco Mascia. Tutti ad ascoltare le proposte per «rilanciare Roma», con Rutelli nei panni del padre nobile. C’era perfino Roberto Giachetti, il candidato di Matteo Renzi alle primarie Pd, che però a differenza degli altri si è limitato ad una toccata e fuga. 
Il forfait in extremis di Guido Bertolaso, stoppato a quanto pare da Silvio Berlusconi in persona, era stato in qualche modo messo in conto. Il leader di Fi avrebbe telefonato al candidato del centrodestra a Roma, sconsigliando caldamente la partecipazione: «Hai tutto il nostro sostegno. Ma non è una buona idea andare lì…». Ma saltava agli occhi la freddezza esibita da Giachetti, che si è fatto vedere solo per una ventina di minuti. Una stretta di mano veloce con Rutelli, sceso dal palco per salutare tutti i candidati sindaco, e poi via di nuovo. 
Rutelli minimizza: «Ma quale gelo, ma no… Del resto, io ho il dovere di rispettare tutti i candidati. Morassut lo misi io al comitato per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2004 e con Alfio ho un rapporto antico». Tra i rutelliani in sala, però, c’è meno diplomazia: «Avete visto Roberto? È stato l’unico che non ha preso la parola …». La spiegazione non è troppo difficile, basta parlare con qualche parlamentare vicino a Giachetti: «Perché ci si stupisce? Rutelli ha detto che per lui tutti i candidati sono uguali… Ma ci rendiamo conto che Giachetti è stato al suo fianco dai tempi del partito radicale?».
Il fatto è che Rutelli anche ieri ha ribadito di non avere un candidato prediletto, chi vorrà il suo sostegno dovrà conquistarselo: «Roma è a un bivio, o declina gravemente o riparte. In settimana presenteremo un manifesto con le proposte per la città e vedremo chi tra i candidati vorrà utilizzarlo». Marchini ci spera, anche perché su di lui potrebbe convergere pure Ncd, come ha detto Beatrice Lorenzin, altra ospite di Rutelli ieri. 
In ballo c’è anche la dote di voti della probabile lista civica che Rutelli potrebbe mettere in campo, voti importanti in una sfida incerta come quella di Roma. Non a caso in veste di osservatore c’era anche il presidente Pd Matteo Orfini. Rutelli non si sbilancia sulla lista civica («Vedremo»), ma in sala ne parlavano molti e di sicuro ci lavorano pezzi di mondo cattolico Pd che fanno riferimento all’associazione Italiapiù di Raffaele Bonanni.