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 2016  febbraio 21 Domenica calendario

La versione di Gabriele Defilippi e quella di Roberto Obert. Interrogatori a confronto

“Sono stato io a truffarla
ma l’ha strangolata Roberto”
 
Perché ha ucciso Gloria Rosboch?
«Io ho truffato la povera professoressa Rosboch….Non l’ho uccisa io. Stavo attraversando in quel periodo dei gravi problemi economici, non sapevo cosa fare e mi sono consultato con Roberto Obert; lui mi ha suggerito di individuare delle persone abbienti della zona e di rivolgermi a loro. Ho pensato ai Rosboch, stavano bene, avevano soldi…L’ideazione della truffa l’ha elaborata Obert, che conosco da quando avevo 16 anni e con cui ho una relazione…Quando ho preso i soldi dalla professoressa li ho affidati a lui… Non volevo affatto ucciderla. Lei stava diventando un problema insostenibile per me. Era insistente, era in contatto con mia madre, mia madre, allora dopo molto tempo ho deciso di affrontarla, con l’intenzione di restituire almeno una parte dei soldi che le avevo preso. Quando mi ha visto era tutta contenta, volevo solo discutere con lei. Avevo dato a Obert 50 mila euro, ma lui non voleva affatto restituirli. Così io sono andato a prendere Gloria e quando è salita a bordo dell’auto, Obert in un secondo l’ha strangolata non ho fatto in tempo a fare nulla, la povera è morta subito…. (seguono dettagli raccapriccianti,ndr) e poi l’abbiamo portata nella vasca».
Ha sofferto Gloria?
«Non ha detto niente (e Gabriele mima il gesto di una persona che stringe con forza un cavo attorno alla gola,ndr) tutto è durato pochi istanti. Abbiamo distrutto il cellulare di Gloria, e poi bruciato la sim del telefono di Roberto, a Rivarolo».
Perché è stata strangolata?
«Obert non aveva nessuna intenzione di restituirle neanche una parte dei soldi che gli avevo dato».
Ma come mai Defilippi e Obert pochi giorni prima avevano compiuto un sopralluogo proprio in località Rossetti, dove è stato poi trovato il corpo della vittima?
«… Niente, cercavamo un posto per imboscarci, quando in due si va nel bosco, che si fa? Abbiamo avuto un rapporto sessuale».
Ma non faceva freddo?
«No, non faceva freddo».
Lei fa usa di sostanze stupefacenti?
«Si, qualche volta ma quel solo Roberto ha fumato popper, proprio prima dell’omicidio». 
Chi è la persona, la donna, che telefonò a Gloria fingendo di essere la direttrice della banca, l’inesistente dr. De Martino, dove erano stati regolarmente versati i suoi risparmi?
«Non ho nessuna complice. La voce femminile della dr. De Martino era la mia, ho semplicemente acutizzato la mia voce».
 
*****
 
“L’ha uccisa lui con una corda
Io non l’avevo mai vista prima”
 
Roberto Obert è stato appena arrestato. è quasi notte. Piagnucola disperato, seduto su una sedia in una stanza della caserma dei carabinieri. I carabinieri lo tengono d’occhio, appare sotto choc: «Oddio e adesso? Adesso Gabriele ce l’avrà con me, eh non dovevo dire nulla, ho tradito la sua fiducia». Ma poco dopo: «Sono contento di essermi liberato di un peso, sono contento che mi avete trovato».
Lei conosceva, era in qualche modo in rapporto con Gloria Rosboch? Lei conosce Gabriele Defilippi?
«Mai vista, mai conosciuta, non sapevo nemmeno chi fosse. Conosco Gabriele da tanti anni perché è il figlio di un’infermiera collega di un mio familiare. Ho avuto rapporti sessuali con lui da quando aveva sedici anni ed era uno studente».
Senta, lei quante auto possiede?
«Due, una mini cooper e una Twingo».
Il giorno 13 gennaio dov’era?
«Sono uscito con la mini e sono andato a Rivarolo».
èstato anche a Castellamonte?
«No», (i carabinieri gli mostrano la foto della mini ripresa dalle videocamere proprio a Castellamonte, a questo punto Obert inizia a cedere).
E la Twingo?
«Era nel cortile di casa (I carabinieri gli mostrano invece le foto dell’auto parcheggiata a Castellamonte, ndr). Ora ricordo, l’ho prestata a un amico».
Chi?
«Gabriele Defilippi». (A questo punto decide di confessare il delitto e di rivelare dove si trova il cadavere di Gloria, dopo 5 ore di interrogatorio).
Lei sapeva della truffa e dei soldi?
«Sì, lui era preoccupato perché la Rosboch lo minacciava di denunce e gli creava problemi con la famiglia, così mi ha detto che voleva incontrarla per darle una lezione, per spaventarla. Portarla dinanzi alla vasca e dirle “Se non la smetti finisci lì dentro”. Invece quando lei è salita in macchina, sulla mia Twingo bianca, lei era davanti lui seduto dietro, l’ha strangolata con una corda, dopo venti secondi era morta, stavo guidando e non ho potuto fare nulla. Dopo lui l’ha trascinata fuori, la trascinava sulla strada, eravamo vicino alla vasca, e io di fronte a quel nuovo oltraggio al corpo, sono stato colto dalla commozione, l’ho aiutato a trasportarla afferrandola per i piedi nella vasca. Poi siamo tornati a Rivarolo e l’ho accompagnato a Gassino, sempre con la Twingo».
Ha incontrato la madre di Gabriele, Caterina Abbattista?
«No, lei non c’era».