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 2016  febbraio 21 Domenica calendario

Il delitto di Gloria Rosboch. Cronaca di un omicidio pianificato nei minimi dettagli

Il destino di Gloria Rosboch, l’insegnante trovata cadavere venerdì sera, era segnato. Lo hanno ammesso i suoi carnefici, l’ex allievo di 22 anni Gabriele Defilippi e il suo amante, Roberto Obert, 53 anni, un impiegato in mobilità che di Gabriele era invaghito: «Avevamo fatto un sopralluogo nella discarica e individuato il pozzo» dove gettare il cadavere di Gloria.
Un delitto «architettato fin nei minimi particolari», ha sottolineato il colonnello Domenico Mascoli che comanda il reparto investigativo dei carabinieri e che ha incastrato i due killer. Studiati i percorsi, i luoghi più idonei per agganciare la donna, e quando agire, il mercoledì: «Sapevamo orari e spostamenti». I due sono stati interrogati fino a tarda notte, e con loro anche Caterina Abbattista, la mamma di Gabriele in stato di fermo come i due esecutori materiali dell’omicidio. Defilippi e Obert hanno fornito due versioni identiche che si differenziano nell’accusa reciproca d’aver materialmente strangolato l’insegnante. L’autopsia eseguita ieri pomeriggio sul corpo della vittima dal medico legale Roberto Testi, ha accertato che Gloria Rosboch è stata strangolata con un foulard e poi gettata, già morta, nella vasca di decantazione della discarica.
Gli assassini avevano pianificato ogni dettaglio. Obert aveva acquistato due schede telefoniche dedicate esclusivamente alle comunicazioni tra lui e l’amico nel giorno del delitto, «poi le abbiamo bruciate». Proprio dall’incrocio di migliaia di tabulati telefonici, ha sottolineato il colonnello Mascoli, «abbiamo individuato quei numeri. Obert telefonava a se stesso, ma non era possibile, dall’altra parte c’era Defilippi».
Una telecamera di sorveglianza posta nei pressi di casa Rosboch ha offerto la lettura finale. Si notano nitidamente le due auto di Obert, una Mini e una Renault Twingo, che transitano più volte in zona. Infine, parcheggiata la Mini a Valperga – un paese vicino a Castellamonte – entrambi i killer invitano Gloria sulla Twingo e si allontanano. La donna era stata contattata poco prima da Gabriele: «Vediamoci, ti presento la persona che ti ridarà i soldi che ti ho preso, ma non dire nulla ai tuoi o non se ne fa nulla». Lei è caduta nel tranello, sedotta ancora una volta dagli occhi di ghiaccio di Gabriele. Giunti nella radura, la trappola è scattata e, dopo essere stata uccisa, la professoressa è stata trascinata fino alla botola della vasca. Le sono stati sfilati i pantaloni, tolte le scarpe e il giaccone. «Ci eravamo fatti di popper», un eccitante che accresce le prestazioni sessuali, ha detto Gabriele.
Dopo il delitto i due hanno distrutto con una tenaglia il telefono della vittima e disperso in numerosi cassonetti della spazzatura di Torino ogni altra prova che li potesse incastrare. «Sono state usate le auto di Obert – ha puntualizzato il procuratore di Ivrea Giuseppe Ferrando – perché Defilippi aveva fondato il suo alibi su un dubbio incidente stradale subìto il giorno prima» e che lo aveva costretto a non usare la sua Fiat 500: «Sono stato tutto il giorno a casa – aveva detto il ragazzo – senza potermi muovere». Alibi confermato dalla madre che poi, il giorno del delitto, ha accompagnato il figlio all’incontro con il complice. Anche alla donna si contesta l’omicidio perché le risultanze investigative la collocano non al lavoro, come lei dice, ma in una zona non molto distante al luogo della macabra esecuzione.