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 2016  febbraio 21 Domenica calendario

I mille volti di Gabriele Defilippi, lo studente che ha ammazzato la prof.

Quello che ha fatto Gabriele si direbbe più frutto della fantasia di un scrittore noir che la volontà di un ragazzino di 22 anni. Ha ammaliato una prof più vecchia di lui di 27 anni, pudica e irreprensibile, le ha offerto solo promesse eppure è riuscito a farsi consegnare 187 mila euro in contanti per un investimento di cui non aveva fornito alcuna prova, se non un mucchio di parole. Gabriele è riuscito a convincere il suo amico e amante, che poteva essere suo padre con quei 31 anni di differenza, a macchiarsi di un delitto atroce, folle con il senno di poi, pensando che doveva nascondere un peccato tutto sommato rimediabile, come una truffa.
Gabriele Defilippi, il ragazzo dai mille volti, era in grado di attrarre a sé chiunque. Un diavolo, che come tutti i diavoli ha poteri di fascinazione sorprendenti. «È un personaggio complesso, con una personalità molto forte, in grado di convincere le persone a fare ciò che desidera» osserva il procuratore di Ivrea, Giuseppe Ferrando.
Le foto generosamente pubblicate sui social network sono la prova del suo esibizionismo ma anche della sicurezza di sé. A volte appare vestito da donna, sensuale e ammiccante, altre in atteggiamento da macho, sguardo fiero e orgoglioso. Gabriele intrecciava la sua relazione con Roberto Obert, complice fino a condividere un omicidio così brutale, e non si sottraeva ai rapporti con una maestra (dieci anni più di lui), affascinata a tal punto che dopo averci rimesso sentimenti e a quanto pare anche denari, lo ha cercato fino a poche ore prima dell’arresto.
Gloria Rosboch, che aveva vissuto sempre accanto ai genitori e le cui uniche emozioni erano stati i viaggi all’estero sempre e solo in loro compagnia, era presto rimasta invischiata nella sua tela. In quella sua capacità di parlare di arte o di finanza, di appassionarsi di cosmetica o di fantasticare guadagni milionari. In quella sua destrezza a costruirsi mondi paralleli, per sfuggire a un’esistenza senza grandi prospettive. Alle spalle una famiglia senza padre, un fratello minore bisognoso di attenzione, una madre infermiera che fa fatica a garantire una vita dignitosa. Gabriele è un figlio brillante ma problematico. Lei stessa ha raccontato agli inquirenti che quando l’aveva rimproverato, per aver approfittato della fiducia della Rosboch, lui l’aveva persino picchiata.
Eppure anche la madre, Caterina Abbattista, era attratta dall’intraprendenza del suo primogenito. Se è vero che anche lei avrebbe avuto un ruolo nell’omicidio di Gloria, se è vero che avrebbe goduto senza farsi troppe domande o troppi scrupoli di quel fiume di denaro improvviso, donato con leggerezza dalla prof, acquistando una nuova casa e pure due auto a rate.
Gabriele era il sovrano nel suo piccolo mondo, amato e rispettato, sempre pronto a stupire, come quando mostrò su internet il video della passeggiata in centro a Torino, voce e abiti femminili: «Gabriele ora è Gabriella». Anche l’eccesso era una forma di seduzione, la ricerca continua di euforia, forse aiutata, come stanno verificando gli inquirenti, da cocaina e popper, la droga dei sexy shop.
Gabriele è riuscito ad affascinare e tradire tutti, persino se stesso. Convincendosi che, pur commettendo un crimine del quale sarebbe stato il primo a essere sospettato, alla fine l’avrebbe fatta franca.