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 2016  febbraio 21 Domenica calendario

Nadia e Dominik, la doppietta in coppa del mondo in superG. Erano 13 anni che non succedeva

Sul confine a forma di Monte Bianco, Francia di là e Italia di qua, Nadia è il nome della valanga rosa che trascina l’amica di sempre e il compagno di squadra al sabato più azzurro che c’è. La sempre rediviva Fanchini della premiata ditta lombarda delle sorelle della neve, 29 anni di cui molti spesi a ricucirsi tendini e ossa, vince la discesa di La Thuile portandosi sul terzo gradino del podio Daniela Merighetti, 34 anni, che saluta con gaudio la sua ultima stagione («Ho pianto l’altra notte, ci tenevo a dare un bell’addio»). Dall’altra parte della cima Dominik Paris, ragazzone di 26 della Val d’Ultimo, ritrova dopo il 2° posto in combinata il suo famigerato appetito in un anno svogliato e si prende la libera di Chamonix proprio dove aveva trovato il primo dei suoi 5 successi: lascia 2° l’americano Nyman e 3° lo svizzero Feuz. Giornata esorbitante per la velocità (oggi il superG) e anche per il paese come raccontano gli annali sottozero: da ben 13 anni l’Italia non festeggiava una doppietta in coppa del mondo nello stesso giorno e questa è la sesta in totale; due donne sul podio mancavano dal 2002 ma prima e terza mai ci sono state; Nadia è la quinta azzurra di sempre a vincere in discesa; in più, il suo romanzo smonta la logica narrativa dello sci: solo seconda, a 14 infiniti centesimi, insolita coprotagonista finisce la cannibale americana Lindsey Vonn. «Ancora non ci credo, un sogno, quasi mi vergogno di averla superata: Lindsey è la più grande atleta della storia, forse l’unica donna in grado di dominare come gli uomini il nostro sport».Effettivamente, sì. Alla Vonn mancano appena 10 successi per raggiungere il maschio più vincente di sempre, Ingemar Stenmark. Anche per questo la bionda del Minnesota che staserà sarà ospite della Domenica sportiva, 31 anni, leader di classifica e con in mano la coppa di discesa con un turno di anticipo, quando venerdì è caduta nella discesa in cui la Fanchini è stata terza, ha preso a martellate gli sci, per poi scusarsi col suo ricco sponsor: «Ero frustrata». Non abbastanza per togliere a Nadia il ruolo di personaggio: «Ho sciato libera di testa, e ha funzionato». Come sapesse a memoria la parte su questa pista della Val d’Aosta che è all’esordio in coppa. Partenza abbassata di una decina di secondi per vento in quota, visibilità opaca, come piace a Nadia che pennella le curve del Grande Muret, pianti i legni sulla neve e pattina veloce e morbida: secondo successo per lei in carriera e il primo in discesa sette anni e due mesi abbondanti dopo l’ultima volta (7 dicembre 2008, superG a Lake Louise), 12° podio complessivo (9° in discesa). «Non ho parole. Ero convinta di poter fare bene e chiudere tra le prime sei, le altre sono molto forti. All’inizio ero preoccupata perché c’era una bufera, ma ho dato il cuore».Che ha battuto troppo forte per quest’Araba Fenice delle nevi: nel 2006, tonfo con trauma cranico e polso fratturato. Poco dopo a Sierra Nevada, salta il crociato anteriore del ginocchio destro. Poi un’aritmia cardiaca e il fermo per due anni fino al rientro con successo Lake Louise e il bronzo in discesa ai mondiali in Val d’Isère l’anno dopo. Pochi giorni prima dei Giochi di Vancouver 2010 si rompe i legamenti crociati di entrambe le ginocchia a St.Moritz, un anno di stop fino alla caduta da apripista a Cortina (legamentocrociato del ginocchio sinistro). Rientro a Kranjska Gora 2012, argento ai mondiali di Schladming in discesa nel 2013. Vita in salita, per mirabili discese.