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 2016  febbraio 21 Domenica calendario

La mamma che ha ammazzato la figlia di sette mesi perché piangeva troppo

Non ne poteva più dei pianti continui, delle urla che le toglievano il sonno e le distruggevano i nervi, così avrebbe usato un cuscino per far tacere la figlia di soli sette mesi, per poi, probabilmente, dopo essersi resa conto di quanto era successo, tentare il suicidio. È questa la ricostruzione ipotizzata da investigatori ed inquirenti per la morte della piccola Marianna, uccisa questa mattina – secondo la loro versione – dalla madre Giovanna Leonetti, ricoverata in ospedale dopo aver inghiottito interi blister di barbiturici e tranquillanti.«È l’ipotesi più probabile ma è un’ipotesi», frena il procuratore facente funzioni di Cosenza Marisa Manzini, che insieme al pm Domenico Frascino sta tentando di capire cosa sia successo in quel palazzo del centro storico della città. Determinante sarà l’autopsia sul corpo della piccola, in programma nelle prossime ore, mentre gli investigatori sono al lavoro sulla testimonianza del padre, l’avvocato Francesco Luberto.È stato lui, attorno a mezzogiorno, a trovare la moglie riversa su una poltrona e la piccola ormai senza vita. È stato lui a dare l’allarme. È stato sempre lui ad accusare la moglie, negli ultimi mesi stanca e provata dalla gestione della piccola.Immediatamente trasportata in ospedale e sottoposta ad una lavanda gastrica, Giovanna Leonetti non è in pericolo di vita. Sotto lo sguardo vigile degli agenti che la piantonano, rimane – ancora stordita – in osservazione. Ma presto anche lei dovrà fornire la sua versione dei fatti.Sconcertati, amici e parenti non rilasciano dichiarazioni e i pochi autorizzati varcano veloci il portone dell’austero palazzo del centro cittadino in cui la coppia abita. I vicini – increduli – mormorano: «Lei era così gentile».Con il passare delle ore però, l’immagine di famiglia apparentemente perfetta della Cosenza bene, inizia a incrinarsi. Avvocato lui, biologa lei, i Luberto ad agosto avevano festeggiato la nascita di Marianna, ma la felicità per la coppia è durata poco. Per Giovanna Leonetti, la gestione della piccola è divenuta subito un peso insostenibile. Poco dopo il parto era tornata al lavoro, ma ad amici e conoscenti ripeteva spesso di sentirsi esasperata, incapace di affrontare la situazione. Una classica depressione post partum che stava curando con un’apposita terapia psichiatrica, incapace – forse – di tirarla fuori dal buco nero in cui sentiva di essere caduta. Un gorgo di cui probabilmente la piccola Marianna è stata vittima.