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 2016  febbraio 22 Lunedì calendario

Cracco che fa la pubblicità della Scavolini. Una buona scelta?

La domanda del secolo: «Vi starete chiedendo: che cosa ci fa Carlo Cracco in un bagno Scavolini?». Anche se voi – come la maggior parte degli spettatori – non vi state ponendo tale vitale interrogativo, così venite interpellati nella nuova campagna che l’azienda ha dedicato alla sua linea di mobili. Dalla più amata degli italiani al più amato degli italiani?
È interessane, in primo luogo, il fatto che la casa, e la cucina che è un po’ il suo cuore, si «maschilizzi». Scavolini ha una lunga tradizione di campagne televisive, e spesso ha sposato il proprio marchio a volti che ne hanno incarnato lo spirito (Lorella Cuccarini, come la cucina, era appunto «la più amata dagli italiani»). Cracco è qui rappresentato in una situazione di totale relax domestico: disteso in una grande vasca da bagno, che campeggia al centro di un elegantissimo bagno, con in mano una rivista. Che ci fa Cracco in un bagno, dunque?
Ce lo spiega lui stesso, con voce narrante: «Beh, mica posso stare tutto il tempo in cucina», ci avverte lo chef, mentre appoggia un disco in vinile nel giradischi, raccoglie con dolcezza un giocattolo lasciato in mezzo alla stanza da un bambino, e si avvia, finalmente verso i fornelli. Ecco che il nostro mette a bollire dell’acqua per i tortellini, e aggiunge: «Qui a casa sono solo Carlo, e questo è sempre il posto che amo di più. Scavolini: il mio bagno, la mia cucina, il mio living».
La campagna tv di Scavolini ha una finalità concreta molto esplicita: il marchio viene immediatamente associato alle cucine, ma l’azienda ha avuto un’importante evoluzione, che viene dunque «narrativizzata» in questo film. Non più soltanto cucine, ma anche bagno e zona soggiorno.
Per veicolare questo messaggio si punta su un volto ormai di grande popolarità – più personaggio televisivo, dopo «Masterchef» e «Hell’s kitche» che chef stellato – particolarmente legato all’immaginario televisivo del cibo. Cracco però è un «divo» divisivo: molti non lo trovano particolarmente simpatico.
Certamente non è «il più amato degli italiani». Un bel rischio, come testimonial.