Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  febbraio 22 Lunedì calendario

Gli sbarchi dall’Africa aumenteranno del 40%

Gli occhi della cronaca e della politica, in tema di migrazioni, sono puntati sul drammatico esodo di massa proveniente dalla Siria, dove la guerra continua ad imperversare costringendo i cittadini alla fuga. Nei giorni scorsi però alcuni documenti hanno spostato l’attenzione di medio periodo su quel che avviene nel continente africano e in particolare nei paesi dell’area subsahariana. L’ultimo rapporto Frontex pubblicato alcuni giorni fa, in particolare, fa una previsione significativa: nel 2016, come è già avvenuto nel 2014, gli arrivi dall’Africa occidentale potrebbero aumentare del 40%.
Dello stesso tema si è occupata anche la commissione Affari costituzionali del Senato presieduta da Anna Finocchiaro che ha raccolto i dati Onu analizzati da padre Giulio Albanese, sacerdote comboniano esperto di Africa ed ex direttore dell’agenzia giornalistica sul continente Misna. Sia i suoi dati, sia quella dell’agenzia europea sulle migrazioni, concordare su un punto: se al momento la rotta asiatica è ancora quella più battuta (nel 2015 l’hanno percorsa 883 mila persone, provenienti da Siria, Afghanistan e Iraq), quella che passa per il centro del Mediterraneo crescerà più velocemente.
I NUMERI DI FRONTEX
Il rapporto Frontex mette in fila, tra le altre cose, due numeri. Il più alto numero di passeggeri respinti all’aeroporto (la rotta meno scelta dai migranti, ovviamente) è stato registrato allo scalo parigino Charles De Gaulle e proveniva da Lagos, megalopoli nigeriana. E, nei primi mesi sei mesi del 2015, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, i migranti irregolari arrivati in Europa e provenienti dall’Africa occidentali, sono cresciuti del 40%. I numeri sono ancora ridotti, passano da circa 25mila a circa 40mila, ma per l’Italia sono comunque significativi: chi si sposta da Nigeria, Gambia, Senegal, Mali e Ghana sceglie quasi esclusivamente la rotta mediterranea centrale, quella che attraversa la Libia per dirirgersi verso le coste italiane e prima ancora risale il Niger per esser smistato ad Agadez.
LA CRESCITA DEMOGRAFICA
A far riflettere, soprattutto, è il tasso di crescita demografica del continente. Più alto e più lungo anche di quello asiatico. Stando alle analisi di don Giulio Albanese che cita i dati raccolti dalla Polupation division dell’Onu, la popolazione africana è cresciuta di quattro volte negli ultimi cinquant’anni (da 284 milioni nel ’60 a 1,12 miliardi nel 2010) e crescerà altrettanto entro la fine del secolo: nei prossimi 100 anni, l’Africa arriverà a quattro miliardi di persone, l’Europa scenderà a 650 milioni di abitanti e l’Asia raggiungerà il picco di cinque miliardi presto, entro cinquant’anni, per poi decrescere. Le previsioni demografiche dell’Onu dicono anche che a cambiare sarà la composizione demografica del continente africano: nel 2010, il cosiddetto”dependence index” africano era l più alto del mondo, con l’80% di popolazione in età non attiva perché troppo giovane o troppo vecchia. Nel 2100, invece, l’Africa sarà il paese con più alta percentuale di popolazione in età lavorativa (44%) e quello con meno lavoratori attivi sarà l’Europa (20%). L’economia africana potrebbe crescere, è vero. Ma al momento i dati sono incerti anche evitando di parlare di guerre etniche e religiose. Insomma, l’attenzione dell’Europa potrebbe tornare presto sul continente dimenticato.