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 2016  febbraio 22 Lunedì calendario

Anche il Bayern Monaco ha i suoi punti deboli

Senza turbolenze strutturali (gli infortuni) e mentali (l’addio di Guardiola), la sfida con il Bayern Monaco sarebbe ingiocabile: solitamente loro mettono il pilota automatico, e tu (non) ti godi il viaggio. Dalla Juve in giù e in su, escluso il Barcellona, vale per tutti. Troppi giocatori, qui è infinita la tribuna e non solo la panchina, troppo talento, troppo ben organizzati. Stavolta però qualcosa ha minato il favoloso mondo di Pep: gli infortuni gli hanno levato la difesa, e la sua data di scadenza ha eroso fiducia e levato qualche certezza.
Va da sé, sarà dura comunque: mentalmente ancor prima che fisicamente. Più che una squadra, il Bayern è un Luna Park che da più di cento partite di Bundesliga fa il tutto esaurito, in casa e fuori, finendo per far fare la fine degli spettatori anche agli avversari. Cambiano i giocatori e gli allenatori, non lo show. Il calcio di Heynckes, che qui razziò tutto, era più essenziale e verticale, ma pure il tiki-taka ha seguito l’evoluzione della specie: da sopravvivenza del più adatto. E allora, se hai una banda di terribili dribblomani capita che colpisci anche per irruzione. E se hai uno come Lewandowski ti passa la voglia di inventarti un «falso nueve»: va benissimo uno vero. Solo che, adesso, è un po’ diverso: la difesa è incidentata, e gli animi agitati. Poi c’è la pressione di chi deve vincere la Champions: ora o mai più. Insomma, per la Juve potrebbe essere la grande occasione: che non è ancora una vittoria, ma un invito a provarci sì.