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 2016  febbraio 22 Lunedì calendario

Piove dentro l’Eliseo. C’è chi propone di trasferirsi e chi sostiene che non conviene. Storia del Château, che sembra fatto più per ospitare gli amori segreti di Madame Pompadour che non per guidare un paese

Stanze piccole, corridoi stretti, uffici lontani e isolati. E soprattutto un costo di oltre 100 milioni di euro all’anno per mantenere l’Eliseo che, come molti edifici storici, richiede continui restauri. Qualche mese fa, François Hollande ha dovuto varare in urgenza il rifacimento del tetto dopo che aveva cominciato a piovere all’interno. Quest’anno altri quattro milioni di euro dei contribuenti francesi saranno spesi per opere di manutenzione di vario tipo. In tempi di spending review, due aspiranti inquilini dell’Eliseo, François Fillon e Bruno Le Maire, chiedono di rinunciare a questo simbolo sfarzoso e poco funzionale. I due politici che corrono per le primarie della destra hanno entrambi proposto di traslocare la presidenza in una sede meno costosa e più pratica, come quella della cancelliera Angela Merkel a Berlino: un immenso palazzo moderno, magari meno affascinante ma concepito per il lavoro di governo.
Tra stucchi, marmi e boiseries, l’antica dimora presidenziale francese, già residenza di Madame Pompadour, sembra fatta più per ospitare amori segreti che non per guidare un paese. Tanto che l’idea di spostarsi altrove si è affacciata più volte nella storia della Quinta Repubblica. Il generale De Gaulle sognava di cambiare per il Château de Vincennes. Dopo di lui François Mitterrand aveva immaginato di andarsene agli Invalides, mentre Nicolas Sarkozy pensava all’Ecole Militaire, e intanto non dormiva mai all’Eliseo ma nel villino della moglie Carlà, nel sedicesimo arrondissement.
Hollande aveva per qualche tempo pensato di continuare a vivere a casa della sua compagna, Valérie Trierweiler. Poi si sono separati e il leader socialista si è rassegnato a fare casa-ufficio in 55 rue du Faubourg Saint-Honoré come molti suoi predecessori. «In un’altra sede, avremmo gli stessi inconvenienti» ha confidato Hollande al Parisien che ieri ha rilanciato la proposta di un trasloco dall’Eliseo.
Non sarà così facile. Nonostante la popolarità di qualsiasi misura per lottare contro gli sprechi dello Stato, molti cittadini rimangono affezionati alla dimora presidenziale. Secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano, il 56% dei francesi è contrario all’idea di abbandonare la storica sede che per prestigio arriva comunque dopo alla Casa Bianca e al Vaticano, ma prima del Cremlino. L’Eliseo resta il luogo che rappresenta meglio la République insieme all’Assemblée Nationale.
Dal 1848 è la casa del Presidente, e probabilmente anche il prossimo inquilino si dovrà adattare a vivere in un luogo che ha pur sempre le sue comodità: 11mila metri quadrati, 350 stanze, nel pieno cuore della capitale, con oltre un ettaro e mezzo di parco intorno. In una “monarchia repubblicana”, com’è spesso definito il sistema francese, il presidente sovrano continuerà ad avere il suo Château, così come viene chiamato il palazzetto di Faubourg Saint-Honoré che per la verità è dieci volte più piccolo del nostro Quirinale.