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 2016  febbraio 20 Sabato calendario

Paolo Ferrara, il candidato sindaco a Roma che imbarazza il M5s

Secondo Matteo Orfini, presidente del Pd, è uno che «nega solidarietà a una giornalista minacciata dai clan (Federica Angeli, nda.), loda i balneari abusivi, denuncia «Libera»: e Grillo per premiarlo lo propone come sindaco di Roma. Complimenti vivissimi». Lui, Paolo Ferrara, risponde sostenendo che «sono attacchi strumentali del solito Orfini e del solito Esposito, il Pd a Ostia copriva il malaffare». Ma chi è, stando ai fatti, il cinque stelle più noto a Ostia, ex consigliere del X municipio e, adesso, nientemeno uno dei sei candidati sindaco del Movimento?
Ferrara è sicuramente uno dei cinque stelle che possono causare più problemi, politici e d’immagine, al Movimento. Conquistò l’onore delle cronache quando alimentò una campagna del M5S contro «Libera» di don Ciotti, rea a suo dire di aver conquistato senza appalto la gestione della spiaggia Amanusa di Ostia, e di aver commesso degli abusi (risultò poi che l’abuso era un muro non a norma nei bagni: qualcosa di imparagonabile rispetto alla media degli abusi nei 71 stabilimenti del litorale). Quella denuncia era la parte principale di una relazione antimafia che il Movimento annunciò il 7 settembre in una conferenza stampa in Campidoglio molto pubblicizzata (in platea nelle prime file sedeva anche un personaggio discusso come l’ex poliziotto Piero Fierro). I cinque stelle annunciarono che avrebbero consegnato nei giorni seguenti la relazione alla commissione antimafia, poi successe qualcosa; tra di loro molti si ribellarono contro quell’impostazione («è assurdo mettersi ad accusare don Ciotti sul tema antimafia», ci confidò un senatore), la relazione si arenò (doveva essere consegnata «la settimana prossima»), e quando riapparve erano state stralciate molte parti su «Libera». Nel frattempo erano venuti fuori dettagli interessanti: su Ferrara, non su «Libera».
Innanzitutto si seppe che l’ex titolare di quella spiaggia era un amico di Ferrara, Roberto Bocchini, a tal punto che Ferrara gli fece da testimone di nozze. Si scoprì che Bocchini aveva precedenti penali. E aveva ottenuto la spiaggia del Faber beach direttamente dal tribunale che l’aveva sequestrata a un prestanome del clan Fasciani. Ferrara in un primo momento negò l’amicizia con Bocchini, «lo conosco, ma non è un mio amico» (Bocchini si risentì assai e lo attaccò su facebook). A quel punto la denuncia era già morta, e il Movimento scelse di glissare.
A marzo, a Ostia, era già accaduto che Roberto Spada – accusato di essere il reggente del clan Spada – dichiarasse: «Mi piacerebbe candidarmi qui a Ostia. Il M5S è l’unico che ha dimostrato finora di essere un partito pulito», e postasse sui social network una grande foto e elogio di Di Battista. Uno s’immagina che a un endorsement così tutti i cinque stelle si siano ribellati, a partire da Ostia: non avvenne. Infatti Grillo, siamo in grado di rivelare, a Ostia non voleva neanche mettere piede. Ce lo dovettero quasi trascinare, per il rotto della cuffia. Ovviamente, alla «fiaccolata della legalità» la prima cosa che fece fu prendere le distanze da quel milieu: «In queste ore esponenti del clan Spada hanno espresso pubblicamente il loro sostegno al M5S. Il loro sostegno lo respingiamo al mittente».
A giugno Ferrara partecipò invece attivamente a organizzare un incontro tra il direttorio M5S e quelli che Carla Ruocco definì «gli imprenditori onesti». L’incontro, quando La Stampa lo rivelò, fu negato platealmente; ma ve ne sono foto, e fu poi ammesso. Papagni, uno dei portavoce di quegli imprenditori, e figura chiave dell’incontro con Ruocco, si vide poco dopo sequestrare il lido: aveva un permesso per 69 metri quadri, erano diventati 400. A Ostia raccontano anche degli «ottimi sentimenti» di Mauro Balini, il re del porto, verso Ferrara.
«Ferrara è il cerchio magico», molto legato politicamente a Roberta Lombardi, racconta dall’interno chi conosce bene le vicende romane. E firmò anche il discusso «piano antenne» – M5S a braccetto col Pd, stavolta – che lascia mano libera ai gestori per collocare gli impianti. A Ostia ogni spiaggia ha un’antenna davanti, un’antenna molto, troppo vicina.