Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  febbraio 20 Sabato calendario

I quattro punti dell’accordo fra Londra e Bruxelles

Il testo che fa raggiungere l’accordo sulle condizioni di permenanza della Gran Bretagna nell’Unione Europea arriva poco prima delle dieci di sera, al termine di un’intensa giornata di negoziati bilaterali seguiti a una lunga notte di trattative (leggi anche Il fatto del giorno).
L’English dinner (la cena inglese), come è stata apostrofata l’ultima plenaria dei capi di Stato e di governo riuniti per il secondo giorno del Consiglio europeo, si chiude con un’intesa che «rafforza lo status speciale del Regno Unito nell’Ue, che è legalmente vincolante e irreversibile», ha spiegato il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. E su questo accordo si esprimeranno i cittadini britannici nel referendum che sarà convocato probabilmente già a giugno.
Quattro i punti: governance economica, competitività, sovranità, benefit sociali e libertà di movimento.
Welfare
Questo era uno dei temi più controversi e contestati soprattutto dai Paesi dell’Est perché va a coinvolgere migliaia dei loro cittadini immigrati nel Regno Unito. Viene riconosciuto il libero movimento dei lavoratori come parte integrante dell’Unione e del mercato interno, tuttavia gli Stati Ue – dunque non solo Londra – avranno il diritto di negare i sussidi per i lavoratori comunitari per i loro primi quattro anni nel Paese e potranno applicare il cosiddetto «freno di emergenza» per i nuovi arrivati per un periodo di sette anni. Viene poi introdotto un sistema di indicizzazione a livello europeo con effetti sui pagamenti degli assegni familiari per i lavoratori i cui figli vivono in un altro Stato Ue, che entrerà in vigore immediatamente per i nuovi richiedenti, e dal primo gennaio 2020 per tutti.
Governance economica
È stato enunciato il «mutuo rispetto e la sincera collaborazione» tra i Paesi dell’eurozona e quelli che non hanno adottato la moneta unica. Ma viene anche stabilito che le misure adottate in caso di emergenza o di crisi per garantire la stabilità dell’Eurozona non devono comportare un coinvolgimento finanziario da parte dei Paesi non–euro o che non partecipano all’Unione bancaria. Così come la messa in atto di misure, inclusa la supervisione o la risoluzione delle istituzioni finanziarie, per preservare la stabilità dei Paesi che usano un’altra moneta è di competenza delle autorità di quello Stato, ma le Authority europee di controllo continueranno ad avere competenze anche sulla City.
Competitività
Viene stabilito come un «obiettivo essenziale» dell’Unione la creazione di un mercato interno in cui la libera circolazione dei beni, delle persone, dei servizi e dei capitali sia “assicurata”. Per raggiungere questo scopo e generare crescita e occupazione l’Unione Europea deve «aumentare la competitività». È dunque necessario procedere verso una migliore regolazione, con una riduzione del fardello burocratico che vuol dire anche riduzione dei costi amministrativi soprattutto per le piccole e medie imprese.
Sovranità
Viene riconosciuto al Regno Unito il suo «status speciale» e non gli verrà richiesta un’ulteriore integrazione politica nell’Unione Europea esentandolo da quanto menzionato nei Trattati. Le eventuali modifiche a questo punto potranno avvenire solo attraverso un cambiamento dei medesimi Trattati.