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 2016  febbraio 20 Sabato calendario

È morto Umberto Eco • È morta Harper Lee • La professoressa di francese ammazzata dall’ex allievo • Al Consiglio europeo il patto per scongiurare l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa • Gli Stati Uniti compiono un raid aereo in Libia • L’Italia al minimo storico per le nascite • Regole per gli orli dei pantaloni maschili


Eco Ieri alle 22.30 nella sua abitazione milanese è morto Umberto Eco. Aveva da poco compiuto 84 anni. Negli ultimi giorni le voci su un suo aggravarsi dello stato di salute si erano inseguite tra allarmi e smentite. Scrittore, semiologo, filosofo, saggista, docente universitario, operatore culturale, Umberto Eco ha contribuito a cambiare la cultura italiana più di qualunque altro intellettuale. Si era laureato all’Università di Torino con Luigi Pareyson; accanto agli studi accademici, già dal 1954 unì l’impegno militante nell’industria culturale: quell’anno assieme a Furio Colombo e Gianni Vattimo vinse un concorso in Rai. Quell’esperienza gli diede l’ispirazione per uno degli articoli culturali più significativi del secondo Novecento, Fenomenologia di Mike Bongiorno (1961). Protagonista del «Gruppo 63», con il saggio Opera aperta, Eco dette una spinta allo svecchiamento culturale del Paese. Seguirono una serie di studi che l’avrebbero confermato come il fondatore della semiologia italiana oltre che uno dei più affermati studiosi di comunicazione nel mondo. Il suo Trattato di semiotica generale (Bompiani, 1975) è considerato un testo classico nelle università di mezzo mondo, a cominciare dagli Stati Uniti, dove Umberto Eco ha a lungo insegnato, dividendo l’impegno accademico con l’Università di Bologna, dov’era stato tra l’altro direttore del Dams e poi del Corso di Laurea in scienze della comunicazione. Nel 1980 il romanzo giallo, destinato a diventare uno dei bestseller più di successo di tutti i tempi, Il nome della rosa, che finora ha venduto nel mondo circa trenta milioni di copie. Seguirono nel 1988 Il Pendolo di Foucault, sui Templari e la sindrome del complotto, L’isola del giorno prima (1994), Baudolino (2000), La misteriosa fiamma della regina Loana, Il cimitero di Praga (2010), in cui affrontò il tema dell’antisemitismo, e Numero zero, l’ultimo romanzo, uscito a gennaio dell’anno scorso. Per tuta la vita, come molti grandi autori, era rimasto legato alla casa editrice che l’aveva lanciato, la Bompiani. Quando alla fine dell’anno scorso il glorioso marchio editoriale è stato ceduto assieme a tuta la Rcs libri alla Mondadori, Eco ha deciso di accompagnare Elisabetta Sgarbi nell’avventura di una nuova casa editrice, La Nave di Teseo. Un’impresa in cui ha investito una cospicua somma e in cui è stato chiamato a collaborare anche il figlio Stefano. Aveva scritto per Il Giorno, La stampa, era stato tra le grandi firme della terza pagina del Corriere della sera e da anni scriveva per la Repubblica. Era sua una delle rubriche più di successo dei settimanali italiani, La bustina di Minerva che concludeva ogni settimana e poi ogni quindici giorni, i numeri dell’Espresso (Messina Cds).

Lee È morta a 89 anni Harper Lee, scrittrice americana, autrice del Buio oltre la siepe. «Mi aspettavo finisse in un nulla – ricordava l’autrice - qualche recensione blanda e via», invece il libro vende 40 milioni di copie e viene usato come lettura nel 74 per cento delle scuole. Secondo il Library Journal è «il miglior romanzo del XX secolo» e nel sondaggio americano, «Quale libro ha influenzato la vostra vita», finisce appena dietro la Bibbia. «Il successo mi fece male - lamentava Harper Lee - ingrassai, viaggiavo troppo, lavoravo male». Nel 2015, quando ormai l’autrice era già indebolita da un ictus, esce il suo secondo romanzo, Va’, metti una sentinella, che nelle intenzioni di Harper Lee è un prequel. Ma molti si chiedono se l’abbia veramente voluto pubblicare lei (Riotta, Sta).

Delitto Gloria Rosboch, 49 anni, insegnante precaria di francese. Ingenua e sognatrice, tifosa della Juventus, trascorreva le domeniche sul divano guardando le partite col papà Ettore, mentre la mamma Marisa rassettava la cucina. Nella sua vita semplice, trascorsa tra la villetta in periferia, dove viveva tra merletti e porcellane con i genitori, e la scuola a 10 minuti a piedi, s’era fatta affascinare dalle parole di un suo ex allievo, Gabriele Defilippi, 22 anni, un diploma e non ancora un lavoro. Questi aveva diversi profili web, con foto che lo ritraggono con le meches e senza, oppure con la barba e poi glabro, sempre diverso. Scriveva: «Maledetto il giorno in cui sono nato umano», oppure si descriveva come «un essere fuori schema, fuori ruolo, fuori controllo, fuori da tutto». I suoi interessi: «Cosmesi, estetica, musica, fotografia». Alla sua ex professoressa raccontava il sogno di andare a vivere insieme ad Antibes, dove avrebbe avuto agganci con importanti imprenditori stranieri. Per questo le aveva chiesto i suoi risparmi, che la Rosboch andò a ritirare: 187mila euro in banconote da 500. Li consegnò al Defilippi, che ovviamente sparì. Quando la professoressa capì d’essere stata turlupinata, non trovò più pace, raccontò tutto ai suoi genitori che la videro dannarsi per mesi, tanto che arrivò a denunciare per truffa il ragazzo. Finché il 12 gennaio le sembrò di essere a una svolta: il ragazzo, che nel frattempo aveva cercato di tenersela buona mandandole email consolatorie in cui la salutava «Ciao tesoro», le chiese un appuntamento per restituirle i soldi. Così il 13 gennaio la Rosboch si vestì con maggiore cura e andò all’appuntamento con Gabriele Defilippi che si era fatto accompagnare da Roberto Obert, 53 anni, suo ex amante, alla guida di una macchina. Il tempo di scambiare qualche parola, poi la Rosboch, forse convinta o forse costretta, salì in auto. Presero la strada per Rivara, sino al bosco. Lì Defilippi la strangolò con una sciarpa al collo, da dietro. Tirarono fuori il cadavere, lo trascinarono per una ventina di metri, lo scaraventarono in una vasca di decantazione, in un prato sperduto. Dopo più di un mese fu Obert a confessare tutto e indicare il luogo del ritrovamento. Fu arrestato, e con lui Gabriele Defilippi e la madre di lui, Caterina Abbattista, 49 anni, che forse aveva sempre saputo tutto. Pomeriggio di mercoledì 13 gennaio, intorno alle 15, in una discarica abbandonata a San Ponso, tra Torino e Ivrea.

Brexit Al Consiglio europeo si è trovato l’accordo per convincere i britannici a restare in Europa. La Gran Bretagna mantiene l’indipendenza sua, delle sue banche e della sua moneta, in seno all’Ue. «C’è quello che ci serve dell’Europa», ha dichiarato sprezzante Cameron. I punti: - Welfare: viene riconosciuto il libero movimento dei lavoratori come parte integrante dell’Unione e del mercato interno, tuttavia gli Stati Ue - dunque non solo Londra - avranno il diritto di negare i sussidi per i lavoratori comunitari per i loro primi quattro anni nel Paese. - Governance economica: c’è il «mutuo rispetto e la sincera collaborazione» tra i Paesi dell’eurozona e quelli che non hanno adottato la moneta unica. Ma viene anche stabilito che le misure adottate in caso di emergenza o di crisi per garantire la stabilità dell’Eurozona non devono comportare un coinvolgimento finanziario da parte dei Paesi non–euro o che non partecipano all’Unione bancaria. Così come la messa in atto di misure per preservare la stabilità dei Paesi che usano un’altra moneta è di competenza delle autorità di quello Stato, ma le Authority europee di controllo continueranno ad avere competenze anche sulla City. - Competititvità: è «obiettivo essenziale» dell’Unione la creazione di un mercato interno in cui la libera circolazione dei beni, delle persone, dei servizi e dei capitali sia “assicurata”. Per raggiungere questo scopo e generare crescita e occupazione l’Unione Europea deve «aumentare la competitività». - Sovranità: viene riconosciuto al Regno Unito il suo «status speciale» e non gli verrà richiesta un’ulteriore integrazione politica nell’Unione Europea esentandolo da quanto menzionato nei Trattati. Comunque tra quattro mesi in Gran Bretagna ci sarà un referendum per decidere se uscire dall’Europa oppure no (Caizzi, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]

Libia Caccia F-15E dell’Aeronautica militare degli Stati Uniti, decollati dalla base di Lakenheath, in Inghilterra, hanno compiuto un raid in Libia, su un insediamento poco fuori Sabratha, 80 chilometri ad Ovest di Tripoli, rifugio di Noureddine Chouchane, capo operativo dello Stato islamico, la mente degli attentati del marzo 2015 al museo del Bardo (22 morti, fra cui 4 italiani) e di Sousse (38 morti). Il bilancio delle vittime parla di 41 morti e 6 feriti, ma non si sa se sia stato ucciso Chouchane (Semprini, Sta).

Italia Secondo i dati Istat sulle stime degli indicatori demografici 2015, il 2015 ha registrato il minimo storico delle nascite: sono state soltanto 488mila (8 ogni mille residenti), 15mila in meno rispetto al 2014 e nuovo record negativo dall’Unità d’Italia. Il saldo naturale (la differenza tra nascite e decessi) scende ulteriormente a quota meno 165 mila. Il 2015 è il quinto anno consecutivo di riduzione della fecondità, giunta ormai a 1,35 figli per donna. Nel 2015 la popolazione residente in Italia si è ridotta di 139mila unità: al primo gennaio 2016 c’erano nei nostri confini 60.656.000 residenti. Di questi 5.054.000 sono stranieri (solo +39mila in un anno), che rappresentano l’8,3% della popolazione totale. La popolazione con cittadinanza italiana scende a 55.600.000, con una discesa di 179mila unità. L’afflusso di stranieri registrato nel 2015 è la metà di quello avvenuto nel 2007, quando arrivarono in 527mila, mentre l’anno scorso solo 245mila. Circa 45mila cittadini stranieri hanno scelto di lasciare l’Italia nel 2015. Li hanno imitati molti italiani: 100mila persone sono emigrate, a fronte di soli 28mila rientri di italiani dall’estero. Il 2015 è stato un anno record negativo anche per le morti: sono infatti state 653mila nel 2015, 54mila in più del 2014 (+9,1%). Il tasso di mortalità (10,7 per mille) è il più alto tra quelli misurati dal secondo dopoguerra in poi (Giovannini, Sta).

Pantaloni Regole per i pantaloni maschili, secondo gli stilisti: la larghezza in fondo varia da 15 a 16 centimetri, 18 per un abito classico, secondo Cucinelli; per Brioni sono giusti 18 centimetri. Il risvoltino (inventato da Edoardo VII d’Inghilterra per non sporcarsi quando si recava agli ippodromi per seguire le corse dei cavalli) in un abito classico mai più alto di 4 centimetri, per i pantaloni più sportivi fino a 5 (Cucinelli). Il risvolto arrotolato a mano, che si chiama Capri, va riservato solo ai jeans e alle tenute da mare. Presto, comunque, si rivedranno orli lunghi, fin sotto le scarpe (Lo Vetro, Sta).

(a cura di Daria Egidi)