Sette, 19 febbraio 2016
Una triste buona notizia: il Bataclan fa sapere che riaprirà entro fine anno
Il Bataclan di Parigi riaprirà, entro la fine dell’anno. È triste dire che questa è una buona notizia. Ma è una buona notizia. Una delle città più straordinarie del mondo sta lentamente rimettendo assieme i pezzi delle stragi dello scorso 13 novembre. Al Bataclan, leggendario locale di musica e divertimento, quella sera furono uccise 90 persone, per lo più giovani, che stavano assistendo a un concerto degli Eagles of Death Metal. Dalla furia ideologica del terrorismo di matrice islamica, targato Daesh e sue propaggini in Europa. La proprietà del Bataclan ha fatto sapere che farà il possibile per ristrutturare il posto e riportarlo al cuore della vita delle notti parigine. Ci dovremo andare. È il segno che una delle metropoli più meravigliose create dalla civiltà, non solo occidentale ma dell’intero mondo, non si piega alla povertà violenta di chi odia la vita e si nutre dei propri fallimenti e delle frustrazioni che li accompagnano.
La riapertura del Bataclan non è un semplice simbolo. E nemmeno solo la dimostrazione ai terroristi dell’inutilità tragica del loro gesto di volere colpire un luogo che essi considerano, nella loro limitatezza tanto culturale quanto sessuale, ricettacolo di perversione occidentale, perché diverte, fa felici, rende la vita aperta. No, la riapertura sarà soprattutto una dimostrazione di cosa è una delle città in cui si è condensata l’essenza dell’immensa cultura occidentale, da Voltaire allo champagne. L’affermazione della potenza dei valori e delle realizzazioni che hanno reso meravigliosa Parigi (e l’Europa e l’America e tutti quei Paesi che sugli stessi valori di libertà hanno costruito il meglio che l’umanità possa mettere in mostra).