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 2016  febbraio 19 Venerdì calendario

Duemila appartamenti, 8.800 persone e nessun immigrato. Nel mega condominio di Marsiglia, dove arabi e neri non possono vivere

È una città nella città: 2.204 appartamenti in sette edifici, dei quali quattro enormi costruzioni in linea di venti piani ciascuna e una torre di 30 piani. Insieme compongono il mega-condominio «La Rouvière», costruito su 28 ettari, affacciato sulla baia di Marsiglia.
Ospita 8.800 abitanti ed è stato costruito nel 1962 per dare una casa ai rimpatriati dall’Algeria. Nel corso degli anni è diventato un villaggio molto protetto, dove la parità è diventata la regola e il rifiuto degli immigrati arabi o neri una regola non scritta.
A prima vista gli immobili sembrano degradati, ma in realtà il complesso è ben tenuto, non si trova una carta per terra e il parco con i pini risulta curato. Per gli anziani, ma non solo, c’è un servizio di bus navetta all’interno della proprietà, che conta anche una galleria commerciale con 70 insegne, un circolo del tennis e altri spazi per lo sport e per le attività associative e culturali, oltre alle scuole primarie. Servizi interni che evitano di uscire al di fuori della proprietà. L’ area ha un servizio di portineria e di sicurezza con 47 guardiani, uno per ogni ingresso, e inoltre è sorvegliata dalla polizia per evitare furti. Le sbarre d’ingresso del complesso sono chiuse la notte e una serie di telecamere garantiscono la videosorveglianza. Così, gli abitanti dichiarano di sentirsi sicuri.
C’è anche chi ha comperato questi appartamenti: nel 1993 una coppia ha pagato l’equivalente di 115 mila euro (all’epoca 550 mila franchi) per acquistare un alloggio di 4 camere con balcone.
Un’attenzione particolare è rivolta ai nuovi arrivati, dal momento che i prezzi sono molto attrattivi per Marsiglia: 1.800 euro al metro quadrato. Il rinnovamento degli abitanti avviene all’interno della stessa classe sociale, borghese. Un processo controllato da un consiglio sindacale oltre che un sindacato vigilante molto presente. All’inizio erano stati i francesi d’Algeria a comprare gli alloggi e nel corso degli anni molti di loro sono rimasti, ma si sono aggiunti anche molti inquilini della classe media, ma le regole d’ingresso sono rimaste le stesse, anche quelle non scritte per chi mette in affitto il proprio alloggio: niente immigrati, né neri e neppure magrebini. E il consiglio sindacale si è impegnato a segnalare tutti i casi di radicalizzazione all’interno del mega-condominio che vuole rimanere un esempio di comunità culturalmente omogenea, il contrario alle «mixité» culturale oggi di moda, e non vuole avere a che fare con il proselitismo musulmano.