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 2016  febbraio 19 Venerdì calendario

Frau Angela arriva a Bruxelles isolata come non mai

Oggi apre il vertice a Bruxelles. Che cosa si aspettano i tedeschi dall’Italia? Previsioni scontate: i consueti attacchi alla Merkel, colpevole di tutti i nostri guai. Una volta, ai lontani tempi di Helenio Herrera, gli italiani erano temuti e odiati perché giocavano in contropiede. Lasciavano gli altri attaccare per 89 minuti, poi una fuga in avanti e vincevano uno a zero.
Un sistema che ci rese antipatici e, dato che i luoghi comuni sopravvivono per sempre, i tedeschi sono ancora convinti che gli italiani pratichino il famigerato catenaccio. Inutile protestare e dimostrare che non è più vero da anni. Quando a chiudersi in difesa, sul campo di calcio, o quando devono difendere a denti stretti, la Volkswagen o la Deutsche Bank, la definiscono «die alte Kunst der Verteidigung», l’antica arte della difesa. Anche i prussiani hanno imparato, e non da ieri, a giocare con le parole.
Se Renzi andrà all’attacco a testa bassa, come ha fatto il 19 dicembre all’ultimo vertice contro Angela, e poi contro Juncker, verrà sonoramente battuto. Alla vigilia, infatti, ha ripetuto le solite aspre critiche «a quelli di Bruxelles». Fare il macho fuori casa, ritiene non a torto, fa aumentare i consensi in Italia. Comunque, con questa tattica, a Bruxelles continueremo a perdere punti. E ci ritroviamo fianco a fianco con la Polonia, come ai tempi di Berlusconi e dei gemelli Kaczynski, e degli altri paesi dell’Europa dell’Est. O con Tsipras e la Grecia, ultima della classe. Un paragone già fatto dai giornali tedeschi più autorevoli, come la Frankfurter Allgemeine e Die Welt.
Matteo non gode di buona stampa a Berlino. Senza sopravvalutare il peso dei quotidiani, mercoledì la Süddeutsche Zeitung gli ha dedicato un articolo positivo: «non ha mantenuto tutto quel che ha promesso, ma ha realizzato le riforme più importanti». Una critica benevola che dimostra come il clima a Berlino potrebbe cambiare, se solo si dimostrasse meno ostinatamente antitedesco. E meno monotono. La conseguenza è paradossale. Mentre fa la voce grossa per essere ammesso al tavolo ristretto dei forti, fianco a fianco con la Merkel e Hollande, proprio i suoi attacchi lo fanno precipitare nella Serie B d’Europa.
Perché non smentisce le previsioni dei giornali, e dei politici di Berlino, e in contropiede prende di sorpresa tutti? Frau Angela arriva a Bruxelles isolata come non mai, a causa della politica delle braccia aperte per i profughi, e per l’offerta cinica e disperata a Erdogan, che non è piaciuta neanche ai suoi. Gli alleati socialdemocratici prendono le distanze, preoccupati delle tre elezioni regionali del 13 marzo, un test che rischia di essere disastroso soprattutto per loro: secondo i sondaggi, i populisti dell’AfD potrebbero superarli. Ad Angela rimane Hollande, ma anche la Francia non vuole più accettare profughi, e comunque la reputazione del presidente francese in Germania è poco al di sopra dello zero, come a Parigi.
Un Renzi che si schierasse a fianco della cancelliera scompaginerebbe il gioco. E la Merkel gli sarebbe grata. Una mossa all’Herrera o, per dirla in modo più gratificante, alla Machiavelli, non significa tramutarsi nel vassallo della signora d’Europa. Il nostro premier potrebbe avanzare anche critiche costruttive: mia cara Angela, invece di procedere in modo zigzagante, tra est e ovest, non sarebbe il caso di rivedere le sanzioni a Mosca, che paghiamo soprattutto noi e voi tedeschi?
Abbiamo deriso la cancelliera che accoglieva un milione di disperati. Lo farà per trovare lavoratori per le sue industrie, abbiamo insinuato. Dovevamo applaudirla, invece, perché se anche la Germania chiude le frontiere, come tutti gli altri in Europa, ci ritroveremmo tutti i profughi a casa nostra. Noi, se li respingiamo, li facciamo annegare. Finché non si è trovata i disperati alle porte di casa, Angela a Lampedusa non voleva pensare. Ecco, dica questo alla Merkel: siamo con te, ma tu rimani con noi. Hai fatto bene fino ad ieri, ma se cambi idea, sarai anche tu colpevole se a migliaia continueranno ad annegare nel Mediterraneo.
Berlino potrebbe chiudere gli occhi sui nostri conti, non tanto e non troppo a lungo, se l’Italia si schierasse a suo fianco, invece di giocare con l’Ungheria, o con la Polonia. Di sicuro, Matteo finirebbe in prima pagina, non in Italia come sempre, ma in Europa.