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 2016  febbraio 19 Venerdì calendario

Secondo Bofinger, uno dei cinque saggi della Merkel, Schäuble vuole farci tornare alla lira

Peter Bofinger, 61 anni, economista, è uno dei cinque saggi che danno consigli al governo di Angela Merkel. Per inciso, dei cinque è l’unico keynesiano, l’unico che in Germania si è detto contrario alla proposta del ministro delle finanze, Wolfgang Schaeuble, di introdurre un tetto ai bond statali detenuti dalle banche, non oltre il 25% del patrimonio. Il motivo lo ha spiegato al quotidiano inglese Telegraph: «È il modo più veloce di far saltare la zona euro». Le banche di Italia, Spagna e Portogallo, che hanno in pancia bond pubblici ben oltre il 25%, sarebbero costrette a disfarsene, innescando un rischio di insolvenza del debito sovrano. «Molto presto potrebbe scatenarsi un attacco speculativo», sostiene Bofinger. «Se fossi un politico italiano e mi trovassi davanti a un tale rischio di insolvenza, vorrei tornare alla mia propria valuta il prima possibile, perché questo è l’unico modo di evitare la bancarotta».
Se questa è la premessa, non stupisce che Matteo Renzi abbia usato toni molto duri, inconsueti per il suo stile, nello scambio di battute in senato con Mario Monti, a proposito della politica europea. Dei due, Monti è stato l’esecutore supino dei compiti a casa imposti da Berlino, con risultati pessimi per l’economia italiana. Renzi non vuole fare la stessa fine, tanto che si è detto pronto a mettere il veto sulla proposta di introdurre un tetto al possesso dei bond statali da parte delle banche. Bene. Ma, consiglio non richiesto, lo faccia subito, non si limiti alle promesse: si faccia votare dal parlamento una mozione che lo affermi in modo chiaro, e la mandi a Berlino e a Bruxelles. Solo così sarà veramente credibile.
Finora, Renzi i veti li ha sempre minacciati in Europa, ma mai attuati. È stato così per le sanzioni economiche contro la Russia, idem per le correzioni alla direttiva Ue sul bail-in, contestata a parole, ma accettata nei fatti. Se Schaeuble si rifiuta di dare vita al fondo di garanzia per le banche in crisi, benché sia previsto dall’Unione bancaria che lui stesso ha firmato, la risposta migliore è sempre quella che suggeriva Sandro Pertini: a brigante, brigante e mezzo. E i veti, per essere efficaci, devono arrivare a sorpresa, mai annunciati prima.