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 2016  febbraio 18 Giovedì calendario

La feroce polemica tra Renzi e Monti. Due modi diversi di stare in Europa

Se davvero la Germania tenterà di mettere sotto schiaffo le nostre banche, trattando i Btp che queste tengono in portafoglio come se fossero carta straccia, allora Renzi reagirà con l’arma atomica del potere di «veto». E bloccherà qualunque «tetto» che si volesse porre sui titoli di Stato posseduti dagli istituti di credito. Lo ha dichiarato forte e chiaro, proprio alla vigilia del Consiglio europeo convocato questo pomeriggio a Bruxelles, nel corso di un dibattito parlamentare che si ricorderà per lo scontro di inusitata durezza tra il premier e il senatore a vita Mario Monti. Oggetto: proprio il modo di stare in Europa, fino a che punto è giusto o non è giusto battere i pugni sul tavolo.
L’attacco del Professore
Con i suoi modi eleganti, Monti è intervenuto per dire a Renzi cose tremende. L’ha apostrofato come se Matteo fosse il compare politico dell’altro Matteo (Salvini): «Lei non perde occasione per denigrare le modalità concrete di esistenza dell’Ue, con la distruzione sistematica a colpi di clava e scalpello di tutto quanto l’Unione ha significato finora». Ha accusato il premier di alienare gli italiani dall’Europa e di far correre «grossi rischi» a tutto il paese. Sono preoccupazioni affiorate pure negli interventi ultimi di Giorgio Napolitano e nell’intervista di Enrico Letta a «La Stampa» (3 febbraio). Ma stavolta espresse con una ferocia intellettuale che il mondo renziano interpreta come un siluro lanciato contro il premier e contro il governo, proprio alla vigilia di negoziati difficili con Berlino e con lo spread di nuovo sotto osservazione. Nel 2011, in fondo, era cominciata così...
Contrattacco del premier
È sembrato quasi che il premier non aspettasse altro per regolare i conti con la vera o presunta «quinta colonna» germanica. «Sono profondamente in disaccordo con Monti sul modo di giudicare l’Italia e gli italiani», ha messo a verbale. Siamo meglio di come gli altri ci dipingono. L’accusa di non rispettare le regole «trova sponda in un approccio pedagogico di una parte del gruppo dirigente italiano». Ma la realtà è un’altra, noi le regole le rispettiamo eccome, insorge Renzi, anche più di Monti medesimo. Quando il Prof lasciò, «c’erano 104 procedure d’infrazione europea contro l’Italia, ora sono 91». Il deficit «era al 3 e ora viaggia al 2,4-2,5», ma se si riduce il deficit «non lo si fa per far contenti i tedeschi». Crudele con Monti sull’austerità quanto l’altro lo era stato con lui: «L’operazione è riuscita, ma il malato è morto...».
Ce n’è per tutti
Applausi a Obama che non è caduto nella trappola del rigore e ha fatto crescere l’occupazione, carbone all’Europa per la ragione opposta. Promessa che a Bruxelles lui farà di tutto per tenere la Gran Bretagna dentro l’Ue; dispiacere per i guai in cui si è cacciata la Spagna dopo il voto («meglio noi che abbiamo l’Italicum»); annotazione pungente sui francesi che non ci hanno mai permesso una politica comune di difesa. Infine il frontale con la Germania sulle banche: badassero alle loro, che sono piene di derivati tossici, anziché preoccuparsi delle nostre... Ma non si pensi che stasera, nel Consiglio Ue, voleranno ceffoni. Si parlerà di «Brexit» e soprattutto di immigrazione, tema su cui i nostri interessi convergono con quelli tedeschi. La Germania dice no ai muri che una parte dell’Europa vorrebbe rialzare davanti all’onda dei profughi. E proprio ieri Mattarella ha ricordato con forza il «dovere morale di salvare vite umane», riscuotendo perfino l’approvazione del leghista Calderoli. Ma soprattutto, nel vertice Ue ci sarà da convincere l’Austria che la paura dei migranti non dovrà ostacolare le merci in transito tra le nostre fabbriche e quelle in Germania. «Sui controlli al Brennero rischiamo l’osso del collo tanto noi quanto i tedeschi», confida preoccupata una fonte altissima. Almeno su questo, Renzi e Frau Merkel andranno a braccetto.