Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  febbraio 18 Giovedì calendario

Indagato il nonno di Loris, dopo le accuse di Veronica Panarello

Da dietro le sbarre di quella cella in cui è reclusa ormai da 14 mesi, Veronica Panarello, “la star di Hollywood” (come si autodefinisce), continua a dare le carte dell’inchiesta sulla orribile morte di suo figlio Loris, strangolato e gettato in fondo ad un canalone alla periferia di Santa Croce Camerina il 29 ottobre 2014. È lei, con la sua ultima versione dei fatti, a costringere il procuratore di Ragusa Carmelo Petralia a riaprire l’inchiesta e ad iscrivere nel registro degli indagati il nonno paterno di Loris, Andrea Stival, 53 anni, con le pesantissime accuse di concorso in omicidio e occultamento di cadavere.
«Avevamo una relazione da tempo, Loris l’aveva scoperto e Andrea lo ha strangolato con un cavo elettrico. Poi siamo andati a gettare il corpo nel canalone», ha raccontato dieci giorni fa Veronica agli psichiatri che da settimane la stanno esaminando in carcere. L’obiettivo è dar corpo a quella perizia sulla quale la difesa di Veronica, finora unica imputata per l’omicidio, aveva puntato tutte le sue carte per cercare di ottenere l’infermità mentale. «Non l’ho detto prima perché temevo per la vita del mio bimbo più piccolo»: così la donna ha provato a giustificare la nuova tardiva confessione, l’ennesima, lei che – dopo essersi professata innocente per quasi un anno – solo da poco aveva ammesso di essersi disfatta del corpo di Loris impaurita dalla sua morte avvenuta per caso mentre il bambino, solo in casa, giocava con delle fascette elettriche. Ma gli inquirenti non le hanno mai creduto. Un accenno alla nuova improvvisa versione (che a Santa Croce Camerina non stupisce nessuno perché in paese fin dal primo giorno correva la voce di una relazione tra i due) Veronica lo aveva già fatto a gennaio ad un’altra psicologa del carcere che aveva avvisato la Procura, ma quando il pm Marco Rota e gli investigatori di polizia e carabinieri si erano recati in carcere, la donna vaneggiava dichiarandosi una “star di Hollywood”. Poi, a frasi smozzicate, ha fornito un racconto contraddittorio: prima nonno Andrea sarebbe stato a casa sua e lì avrebbe strangolato Loris con un cavo elettrico, poi Veronica lo avrebbe invece incontrato per strada mentre accompagnava il bimbo più piccolo all’asilo, lo avrebbe fatto salire in auto facendolo sdraiare sul sedile di dietro e insieme sarebbero andati a casa. Ma le immagini delle telecamere di Santa Croce Camerina, pilastro dell’impianto accusatorio contro Veronica, non riprendono mai Andrea Stival mentre entra o esce da casa della nuora né mentre sale a bordo dell’auto. Lui, da giorni, nega tutto: «Non ho ucciso mio nipote, lo amavo alla follia e non avevo nessuna relazione con Veronica. La querelo».
Già domani gli inquirenti torneranno in carcere per verbalizzare le nuove dichiarazioni della donna. Poi toccherà rileggere gli atti a cominciare dalla testimonianza di una vicina di casa che racconta di come il nonno fosse sempre a casa del figlio Davide mentre era via con il suo camion.