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 2016  febbraio 18 Giovedì calendario

La festa in tv per i vent’anni di Porta a Porta

Vent’anni di Porta a porta: Bruno Vespa ieri sera ha festeggiato in tv (dove se no?) le 2.512 puntate del suo programma, definito da Andreotti la «terza Camera dello Stato», che nel mondo della politica-spettacolo equivale a una patente (e che patente) di autorevolezza: «Beh, ovviamente ne vado orgoglioso, è stata una definizione centrale», racconta Vespa prima di andare in onda. «Per me Porta a porta è un pezzo di vita, ma dentro c’è anche la storia d’Italia». Piaccia o meno, questo è indiscutibile: dal 1996 a oggi Vespa ha raccontato – con il suo angolo di veduta, personale come ogni visuale – quello che è passato nel nostro Paese. Ieri è andato in scena un amarcord che ha messo insieme Agnelli e Maradona, Liza Minelli e Alberto Sordi, fino agli otto presidenti del Consiglio transitati nel suo salotto. Il primo – Romano Prodi – ieri come allora era in collegamento per omaggiare il conduttore. 
Ancora il giornalista: «Porta a porta è una finestra sull’Italia e sul mondo, la svolta è stata la contaminazione tra mondo dello spettacolo e mondo della politica, con attenzione al privato dei politici». Non a caso ieri i saluti istituzionali sono arrivati dai più alti rappresentati dei due mondi: Mattarella (con una lettera scritta di suo pugno) e Fiorello (con un messaggio video, come fosse Sanremo). 
Tra i momenti più emozionanti di questi 20 anni Vespa ne cita due: «La telefonata del Papa insieme al terremoto dell’Aquila, per me che sono aquilano un momento straordinariamente toccante». Ieri si sono visti gli ospiti che sono passati con maggior frequenza in trasmissione, da Milly Carlucci a Carlo Conti, da Prodi a Berlusconi (in studio): «Mancava solo Renzi, ma ha avuto un problema all’ultimo se no ci sarebbe stato». C’erano anche i mitici per alcuni, famigerati per altri, plastici, che hanno scandito tre delitti che hanno fatto storia: Cogne, Avetrana e Perugia. «I plastici sono stati la scoperta dell’acqua calda. Tutti i giornali pubblicavano i disegni degli ambienti dei delitti. Noi in tv avevamo pure il vantaggio di avere rispetto alla carta una dimensione in più. Lo aveva già fatto Corrado Augias, ma passò inosservato. Quando lo feci io, un putiferio». Gli ascolti più alti per due fatti tragici e diversi: otto milioni e mezzo in prima serata per il crollo delle Torri Gemelle e per l’arresto di Anna Maria Franzoni. Un errore? «Forse qualche puntata di troppo proprio su Cogne».