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 2016  febbraio 17 Mercoledì calendario

I danni del licenziamento idiota del professore che ha fatto pipì nei cespugli

Per avere dimenticato di allegare una sua vecchia ammenda a uno dei tanti scartafacci che opprimono le nostre vite, un giovane professore di un liceo di Bergamo, Stefano Rho, è stato licenziato. Il caso è diventato nazionale per la stupida inerzia con la quale la burocrazia ha proceduto a cacciare dalla scuola, per un cavillo di nessun conto, un docente evidentemente apprezzato dai suoi studenti, come dimostrano le affettuose manifestazioni di questi giorni in suo favore. Due domande. La prima: quanti giorni o settimane o mesi saranno ancora necessari perché qualche voce autorevole delle istituzioni dichiari che il licenziamento del professor Rho è un penoso lapsus, un refuso burocratico, una corbelleria da non tenere in alcun conto? C’è – anche lì – un iter da completare? Scartoffie da compilare? Procedure da avviare? Papiri da vidimare? Seconda domanda: c’è qualcuno che quantifica il danno che un episodio del genere produce all’immagine dello Stato, dei suoi meccanismi di selezione e di giudizio? Che cosa possono pensare, ragazzi di sedici anni, di una società adulta che sbatte fuori di scuola un professore perché multato (undici anni fa) da uno zelante milite che lo sorprese a fare pipì in un cespuglio? Quali i criteri di merito? Quale l’etica del lavoro? Un licenziamento così idiota nuoce alla comunità tanto quanto cento fannulloni che restano tranquilli a scaldare la sedia perché dai faldoni risulta che non hanno fatto pipì nei cespugli.