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 2016  febbraio 17 Mercoledì calendario

«C’è un complotto per far vincere il M5s a Roma». La strana teoria della grillina Taverna

La teoria del complotto è un po’ il marchio di fabbrica, ma quello da vittoria provocata per danneggiarli non si era mai sentito. La senatrice Cinque stelle Paola Taverna avverte puzza di bruciato, nella corsa a sindaco di Roma. Ed elabora così una sua tesi, mentre è partita la già singolare selezione via web dei 209 candidati grillini.
«Ho pensato che potrebbe essere in corso un complotto per far vincere il Movimento Cinque Stelle e farci fare brutta figura», dice a una piccola radio (Cusano Campus. La parlamentare, che si è sempre caratterizzata per una sua ruspante schiettezza, stavolta finisce per dar voce ai sospetti di chi pensa che la ditta Grillo-Casaleggio abbia davvero paura di vincere e di frantumarsi nella Capitale. «È incredibile riuscire a proporre per i romani candidati come Giachetti o Bertolaso – è il ragionamento della senatrice – Diciamocelo chiaramente: questi non vogliono vincere Roma e vogliono metterci i Cinque stelle per tagliare poi i fondi grazie a Renzi al Governo e Zingaretti alla Regione. Questo i romani lo devono capire, ma non sono rimbambiti. Ci stanno lasciando debiti fino al 2010 e non è opera dei Cinque stelle».
Si scatenano le reazioni e le ilarità, sul web e non solo. «Le prometto che farò di tutto per evitare ai 5Stelle il sacrificio di governare Roma», scrive sul suo profilo facebook Roberto Giachetti, candidato alle primarie del Pd. La sortita si rivela subito un boomerang al quale nel giro di un paio d’ore Alessandro Di Battista, membro del direttorio pentastellato, tenta di porre rimedio. «Quando Paola parla di un complotto per far vincere il M5S a Roma si riferisce al fatto che se dovessimo vincere avremmo tutti contro, in prima battuta il governo: ci chiuderanno i rubinetti», dice il deputato a margine di un intervento a Montecitorio. E lei, redarguita, sembra, all’interno del Movimento, ancora in serata precisava: «Le mie parole strumentalizzate, non falliremo, vogliamo governare la Capitale». Ma ormai la frittata era fatta. In serata, la senatrice si consola andando ad assistere – con tutti i big del Movimento – alla prima romana dello spettacolo di Grillo. Al Teatro Brancaccio compare a sorpresa anche il candidato pd Roberto Giachetti, come pure Ignazio La Russa (accolto da qualche fischio).
I pasticci di giornata in casa Cinque stelle non erano finiti lì, però. Dalle “Comunarie” via web che partiranno giovedì è stato sospeso il professore della Sapienza Antonio Caracciolo, accusato (poi assolto dal Consiglio nazionale universitario) di aver negato l’Olocausto. Mentre a Napoli sono stati espulsi quindici attivisti con l’accusa di far parte di un gruppo Facebook segreto creato per manipolare le “Comunarie” del capoluogo campano. Nel centrodestra, su Guido Bertolaso non si placano le polemiche. Adesso 21 dirigenti di Fratelli d’Italia si schierano contro la sua candidatura (e contro la Meloni) e al fianco di Francesco Storace. Bertolaso tira dritto e in tv afferma: «Se condannato in primo grado nel mio processo mi dimetterei da sindaco. Tra i miei avversari? Voterei Giachetti».