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 2016  febbraio 17 Mercoledì calendario

Non c’è stata nessuna fuga dai depositi bancari

Prima a fine novembre l’antipasto del bail-in all’italiana con il salvataggio delle 4 banche commissariate e il taglio a zero di azioni e bond subordinati. Poi il varo del veicolo per la cartolarizzazione delle sofferenze che risolve solo in parte il tema delle minusvalenze sui crediti malati e dulcis in fond, per tutto gennaio, la maxi-tempesta di Borsa sui titoli delle banche. Ce n’era in abbondanza per temere una fuga degli italiani dagli sportelli bancari. E invece non è andata affatto così. Lo stock dei depositi dell’aggregato delle banche italiane è invece cresciuto. A fine novembre del 2015 secondo i dati dell’Abi erano parcheggiati nei forzieri degli istituti tra conti correnti; depositi vincolati e pronti contro termine 1.289 miliardi. A fine gennaio di quest’anno, quindi nei due mesi di fuoco per le aziende di credito, il conto del denaro liquido degli italiani è salito a 1.307 miliardi con una crescita di 18 miliardi (+1,3%). Un balzo che smorza qualsiasi dubbio su un possibile banking run, una corsa agli sportelli degli italiani spaventati dal clima di incertezza sul sistema bancario. Se è vero come molti sondaggi hanno rivelato che è caduta la fiducia nelle banche, è altrettanto vero che tutto ciò non si è trasformato in panico irrazionale tale da indurre a portar via i soldi dagli istituti per metterli sotto il materasso. Se i conti correnti hanno incrementato i volumi è continuata invece a scendere l’altra tipologia di raccolta diretta. Le obbligazioni bancarie sottoscritte dai risparmiatori sono infatti scese tra novembre e gennaio di 10 miliardi. Un trend in realtà in atto ormai da anni, strutturale, con le banche che emettono sempre meno propri titoli e propongono in alternativa depositi più o meno vincolati su scadenze brevi. Meno onerosi per le banche e sentiti più sicuri dai risparmiatori. E così il bilancio totale della raccolta diretta vede, tra incremento dei depositi e discesa dei bond, un calo su base annua dell’1,3%. Anche qui però i due mesi terribili per il sistema del credito non hanno generato nessuna fuga. La raccolta complessiva (depositi e bond) si è accresciuta di 8 miliardi, da 1.677 di fine novembre a 1.685 di fine gennaio. Come se nulla fosse accaduto. Le preoccupazioni scatenate dal bail-in e dalla tempesta borsistica non hanno infranto la antica consuetudine italiana della messa dei risparmi in banca. La dinamica dei depositi mostra infatti un trend costantemente crescente ormai da anni. Un trend passato indenne a molte delle crisi e alla profonda stagnazione dell’economia italiana: solo negli ultimi 12 mesi infatti i depositi sono saliti di 40 miliardi e da gennaio del 2014, conti correnti e liquidità a breve sono saliti di oltre 100 miliardi. La crescita dei depositi ha fatto da contraltare al dimunuire dei bond bancari che scendono a tassi annui del 14-15%. Ma se fuga non si è vista, c’è stata invece molta selettività. I correntisti hanno deciso di lasciare in parte banche coinvolte dalla crisi e in difficoltà. Basti citare l’emorragia occorsa alla Popolare di Vicenza che ha perso 8 miliardi di raccolta diretta, oltre il 27% dal 2014. Lì la fuga dei correntisti è stata brusca e netta. Ma l’emorragia dei depositanti ha coinvolto le altre banche in difficoltà. Per Veneto Banca la raccolta diretta è scesa lungo tutto il 2015 dell’8% e quella totale del 4%. Anche Carige ha visto una contrazione della raccolta diretta retail. Evidentemente una parte dei clienti percependo situazioni più rischiose di altre hanno preferito cambiare cavallo. O meglio cambiare banca oppure diminuendo gli importi sui conti e sui depositi. Le situazioni di flessione sono diventate crescita per altri. La gran parte delle banche italiane ha visto infatti lievitare i depositi in parte trasferiti dalle banche più fragili. Intesa ha visto la sola raccolta diretta salire di oltre il 3% nel 2015; UniCredit del 6% in un anno e la più solida, quanto a patrimonio e minor carico di sofferenze, il Credem ha aumentato conti e depositi del 7% l’anno scorso. Clienti avveduti che cercano sicurezza.