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 2016  febbraio 17 Mercoledì calendario

C’è un altro scandalo in Lombardia. Riguarda la Regione e il suo presidente della commissione sanità, Fabio Rizzi, 49 anni

C’è un altro scandalo in Lombardia. Riguarda la Regione e il suo presidente della commissione sanità, Fabio Rizzi, 49 anni. Costui avrebbe favorito, per le cure dei denti, l’imprenditrice Maria Paola Canegrati, titolare di un’impresa che si chiama Odontoquality. E la Canegrati, per sdebitarsi, avrebbe pagato le campagne elettorali di Rizzi, prima sindaco di Besozzo (Varese), poi senatore della Lega a partire dal 2008, quindi in Regione Lombardia dal 2013 e autore di una riforma sanitaria locale di cui il presidente della Regione, Bobo Maroni, si è sempre detto molto fiero. Ancora ieri Maroni, che è un twittatore seriale, cinguettava sull’efficienza della sanità regionale, fiore all’occhiello a suo tempo anche di Formigoni. E in effetti in genere si ammette che la sanità lombarda è un esempio, un po’ tutti hanno sempre detto: «Magari le altre Regioni avessero un sistema sanitario come quello della Lombardia».

Si vede che efficienza e corruzione non sono necessariamente nemiche.
Non faccia lo spiritoso e mi chieda piuttosto come funzionava, secondo i pm, la truffa.
Come funzionava secondo i magistrati la truffa?
La Regione faceva in modo che le liste d’attesa fossero lunghissime e i ticket troppo alti, sicché il malato fosse indotto a ricorrere al cosiddetto «regime di solvenza», cioè prestazioni private a pagamento, in cui il paziente può scegliersi il medico e stare in stanza singola. Tanto paga di tasca sua. C’è un’intercettazione della Canegrati che sembra piuttosto compromettente: «Sposteremo la maggior parte dell’attività sulla solvenza e faremo delle liste d’attesa tra virgolette... che accedono ... alle calende greche». Il giudice per le indagini preliminari, Giovanna Corbetta, commenta: «Un altro strumento chiaramente truffaldino che induce il paziente a ricorrere alla prestazione a pagamento è indurre la convinzione che il costo del ticket sanitario sarebbe di poco inferiore. I cittadini sono privi di qualsiasi tutela». La Corbetta aggiunge: Rizzi e gli altri arrestati «hanno fatto del potere politico lo strumento per accumulare ricchezze, non esitando a strumentalizzare le idee del partito che rappresentano. La sfrontatezza e la facilità che tutti gli indagati svolgenti una pubblica funzione dimostrano nel violare costantemente i loro doveri istituzionali e le norme dello Stato portano ragionevolmente a ritenere che lo spaccato di illegalità che traspare dalla presente indagine costituisca per tutti l’abituale modo di gestire la “res publica”, totalmente svilita in ragione del proprio personale rendiconto. Non solo sono stati violati i principi cardine di trasparenza, imparzialità, legalità, indispensabili per una buona amministrazione pubblica ma si è determinata l’erogazione di servizi scadenti con ricadute, di natura economica e non, sia sugli enti pubblici sia sui pazienti».
Mmmmh, siamo sicuri che le cose stiano così? Perché Rizzi e gli altri potrebbero sostenere che non c’è stata nessuna forzatura, proveranno a dimostrare che gli ospedali erano effettivamente pieni e che le liste d’attesa non potevano essere che così lunghe, quindi la sanità privata (diranno) non è stata favorita, ma ha riempito i buchi della sanità pubblica.
Si chiama processo, e infatti non dobbiamo condannare nessuno prima di aver assistito al dibattimento. Il guaio è che, come al solito, il dibattimento ci sarà chi sa quando.
Rizzi è stato messo in carcere perché avrebbe potuto inquinare le prove?
Suppongo di sì. Sono state arrestate (carcere o domiciliari) 21 persone, in modo abbastanza spettacolare, tra cui Rizzi, la Canegrati, l’imprenditore Pietro Caltagirone, Mario Longo dello staff di Rizzi e le compagne di tutt’e due. In Regione era in corso la commemorazione delle vittime delle forze dell’ordine, quando si sono presentati i carabinieri e si sono diretti nell’ufficio di Rizzi, che hanno perquisito. L’inchiesta si chiama Smile e ipotizza che in cambio delle liste d’attesa infinite e degli appalti truccati in modo da far vincere sempre Odontoquality per le gare relative all’esternalizzazione, i soggetti coinvolti incassassero tangenti. C’è anche qui un’intercettazione in cui si sente la Canegrati dire al suo socio Giancarlo Marchetti (ai domiciliari) di aver «fatto tanti soldi, ne ho regalati tanti... Quindi è il momento giusto per monetizzare». Il Nucleo investigativo dei carabinieri dice che Rizzi avrebbe ricevuto 50 mila euro in tangenti e i soldi per la campagna elettorale. Inoltre una sua società avrebbe operato per gli allestimenti degli ambulatori odontoiatrici, con altri profitti. Speriamo per l’accusa che ci sia anche la documentazione relativa ai movimenti bancari determinati dalle tangenti.
La Lega che dice?
Maroni: «Sono incazzato e stupito». Salvini: «Chi sbaglia davvero non merita la Lega. Spero anche che i magistrati non siano in campagna elettorale». Maroni ha annunciato una Commissione ispettiva, l’opposizione (Pd, Patto civico e grillini) ha pronta una mozione di sfiducia per mandare il governo regionale a casa. Lo scandalo Rizzi segue infatti le brutte storie relative al vice di Maroni, Mario Mantovani, e a Massimo Garavaglia. Sempre sanità, e sempre Lega.