Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  gennaio 26 Martedì calendario

VARANI Luca (avvocato)

• San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) 4 gennaio 1977. Avvocato. Bello, ricco e seduttore, salito alle cronache quando assoldò due albanesi, Rubin Ago Talaban e Altistin Precetaj per gettare dell’acido in faccia a Lucia Annibali, sua ex fidanzata, avvocato anche lei, sfigurandole il volto. Condannato in primo grado a vent’anni di reclusione nel carcere di Teramo per stalking e tentato omicidio, sentenza confermata in appello nel 2015 e dalla Cassazione nel maggio 2016.
• Luca Varani che prima di essere arrestato viaggiava in Porsche (comprata in leasing), si faceva di cocaina, si lanciava col paracadute e giocava a calcetto [Sta 19/4/2013 e RdC 22/1/2015].
• Specializzato in infortunistica, aveva lo studio con il padre in via Rossi 16, a Perugia, di fronte a casa di Lucia, avvocato anche lei. Giorgio Dell’Arti: «I due si conoscono, simpatizzano, filano, poi succede qualcosa, si lasciano e prendono, infine lei rompe... Su come sia andata la storia mentre stavano insieme abbiamo poche notizie perché Lucia non ne vuole parlare. Ha solo detto: “Era un amore malato”. La rottura sarebbe avvenuta quando lei ha scoperto che lui era fidanzato regolarmente con un’altra, da cui aspettava addirittura una bambina. Lucia ha informato l’altra della situazione. Varani ha deciso di fargliela pagare. Telefonava, seguiva, rompeva. Poi a un certo punto le è entrato in casa, con l’intenzione di manometterle le manopole del gas. Non gli è riuscito, ma Lucia ha cambiato la serratura, un punto che al processo la difesa ha tentato di giocare a suo favore. Insomma, l’uomo non si dava pace e voleva vendicarsi. Così ha cominciato a cercare qualcuno che gli facesse il lavoretto, e ha trovato questi due albanesi. Varani promette un compenso di 30 mila euro, cinquemila subito e il resto da riscuotere dopo» [Dell’Arti, Gds 30/3/2015].
• Dalla manomissione col gas Lucia si salvò perché era rientrata un giorno prima poiché il padre l’aveva incaricata di seguire un caso a Pesaro.
• «Te la faccio pagare»; «Non puoi evitarmi così» (così recitano alcuni degli sms che il Varani era solito inviare alla Annibali).
• L’aggressione con l’acido avvenne intorno alle 21.30 del 16 aprile del 2013 quando Lucia, tornata dal lavoro, aprì la porta di casa e si trovò davanti il Talaban, incappucciato, con un barattolo di acido solforico in mano, che le lanciò in faccia, e poi se ne andò senza proferire parola mentre la ragazza gridava. Dell’Arti: «Lucia gridava e l’acido intanto le corrodeva la fronte, gli occhi, le guance. Lei ha detto poi che sentiva la faccia friggerle. Ai soccorritori, prima di perdere i sensi, ha mormorato subito: “È stato il mio ex”» [Dell’Arti, Gds 30/3/2015]. Altistin, l’altro albanese, già pregiudicato per affari di droga andati male, faceva da palo.
• Dopo l’aggressione Lucia Annibali fu subito portata in ospedale e mentre i dottori cercavano di ricostruirle il viso che le friggeva (al 31 ottobre 2015 contava già 16 operazioni), gli inquirenti mettevano dentro Varani (il 20 aprile) e rintracciavano i due albanesi. Precetaj nascosto in un casolare di Novilara, vicino Pesaro (il 27 maggio), e Talaban, che stava per scappare in Albania, a San Salvo Marina, provincia di Chieti (il 1° maggio) [Dell’Arti, Gds 30/3/2015].
• Inizialmente il Varani si dichiarò estraneo alla vicenda. Francesco Alberti: «“Nelle ore in cui è avvenuto l’agguato stavo giocando a calcio con i miei amici, in tanti lo possono confermare, compresi un maresciallo dei carabinieri e un sovrintendente di polizia che fanno parte della squadra”. Tutto vero, ma non sufficiente per tirarsi fuori da questa storia: “Sulla base degli elementi in nostro possesso – hanno spiegato gli investigatori –, l’uomo è fortemente coinvolto”» [Cds 18/4/2015]. In seguito tenterà di difendersi sostenendo che il suo intento era soltanto quello di danneggiare l’auto della ragazza, non il suo volto. Ma, dati i precedenti di stalking e tentato omicidio, le sue affermazioni non saranno ritenute credibili.
• Il 27 marzo 2013, infatti, il Varani portò a demolire la sua Smart e subito dopo se ne andò a comprare un’altra. Dopo alcuni giorni l’avvocato tornò dall’autodemolitore per chiedergli di avere i sedili dell’auto, che voleva vendere online. Comportamento spiegabile secondo i carabinieri in solo modo: Varani voleva cancellare le tracce compromettenti. Si è infatti scoperto che il blocco dell’accensione era fuori uso, probabilmente perché corroso dall’acido [Cds 29/4/2013].
• Nel settembre del 2013 è nata Mia, la figlia che Varani avuta con una pesarese, residente con la famiglia in centro, la donna con cui ha una relazione da più di 10 anni, prima di decidere di iniziarne una parallela con Lucia che, appena seppe della gravidanza, interruppe la relazione.
• «Quando è stato condannato in primo grado per l’aggressione con l’acido, tra le prove a suo carico c’erano anche i disegni con le istruzioni per i suoi complici che – come uno sprovveduto – aveva scritto loro in cella. Eppure c’è chi ha sentito lo stesso il suo “fascino”: sono una decina le lettere di ammirazione, persino “amore”, che gli sono stare recapitate nel penitenziario. Tutte scritte da donne» [Elena Tebano, Corriere della Sera 1/4/2014].
• Nel gennaio 2015, la Corte di Appello conferma la sentenza di primo grado per Luca Varani, riducendo però quella per gli altri due imputati, Rubin Ago Talaban, ritenuto l’esecutore materiale dell’agguato, e Altistin Precetaj, che fece da palo, da 14 a 12 anni. Per i giudici, è assolutamente provato che Luca Varani abbia dapprima voluto l’uccisione della donna con la manomissione del gas di cucina, «dimostrando una risoluzione criminosa ferma ed irrevocabile, evidenziata dalla necessità di organizzare il piano criminoso mediante introduzione nell’abitazione della Annibali e dalla predisposizione degli strumenti per la materiale esecuzione» [Il mattino.it 24/4/2015]
• Il 21 maggio 2014 Luca Varani ha tentato il suicidio appendendosi con un lenzuolo alle sbarre della finestra della sua cella nel carcere di Castrogno (Teramo).
• Nel luglio del 2015 ha chiesto i domiciliari, a settembre gli vengono negati.
• Sono ottocentomila gli euro della provvisionale che il giudice dell’abbreviato, in primo grado, ha concesso a Lucia e ai famigliari (75mila euro a testa). In prima istanza la Annibali chiese 10 milioni. Al Varani sono stati sequestrati i mobili, la sua Smart è stata venduta all’asta, e i suoi famigliari (il padre e la sorella) hanno ceduto alla Annibali 5 sesti di un appartamento a Cupra Marittima, l’altro sesto è ancora in possesso di Luca Varani [RdC 22/1/2015].
• In carcere a Teramo, dicono che Luca per passare il tempo stia imparando a cucinare.
• «Voglio dirti che alla fine non l’avrai vinta tu, emergo io perché sono forte e arriverò lontanissimo, tu resterai per sempre indietro» (Lucia Annibali a Luca Varani).