Il Sole 24 Ore, 6 gennaio 2016
A che cosa servono i libri sponsorizzati dalle banche?
Che utilità hanno i libri sponsorizzati da banche o istituti? Si dovrebbe rispondere a tale domanda ricorrendo a termini prudenti, magari con un cauto “dipende”, che permette di evocare il beneficio d’inventario. Per un semplice motivo: talune pubblicazioni nate in questo ambito sono preziose, altre completamente inutili. E siccome l’inizio di un nuovo anno è anche il momento in cui prospera codesta editoria, conviene parlare di due o tre cose che riguardano tali libri.
Innanzitutto va detto che non poche tirature di banche le ritroviamo in antiquariato: sono soprattutto quelle dedicate a particolari capolavori dell’arte o dell’architettura uscite nel recente passato. A volte si tratta di opere uniche. Altre, invece, finiscono subito sulle bancherelle dei mercatini rionali a 1 o 2 euro: sono le strenne strapaesane che preferiamo non descrivere. Tra le due c’è un abisso di valore ma non di costi; si potrebbe aggiungere che, in buona parte dei casi, la stampa dei libri inutili richiede un notevole esborso di quattrini. Forse perché è stato coinvolto un certo personaggio televisivo, forse per altro che non è il caso di rammentare.
Eppure mai come oggi le banche o altri istituti, destinando una parte dei loro fondi ai libri, possono aiutare la cultura: taluni progetti, altrimenti, non sarebbero nemmeno cominciati, data la crisi quasi totale dell’editoria di valore. Qualche esempio? Si prendano le Edizioni Nazionali di Pietro Verri o di Cesare Beccaria: la prima, oltre il supporto organizzativo e finanziario del Ministero dei beni culturali, è stata sponsorizzata dalla Fondazione Mattioli, dalla Fondazione Cariplo e da Banca Intesa Sanpaolo; Beccaria, il cui ultimo volume ha visto la luce da un paio di mesi, è stato assistito da Mediobanca. A essi se ne possono aggiungere altri illustri: la “Lorenzo Valla”, edita da un quarantennio presso Mondadori, pubblica la collana di classici più importante che oggi ci sia in Italia ed è sponsorizzata da Assicurazioni Generali, Fondazione Cariplo, Fondazione Carisbo. Numerose raccolte di autori greci e/o latini, pur con un passato glorioso, in Italia sono morte. La Nuova Edizione Commentata di Dante, che la Salerno Editrice sta realizzando, consentirà al nostro Paese di arrivare all’anniversario del 2021 con testi sicuri e innovativi: è sponsorizzata dalle fondazioni del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia. Sono alcuni casi.
La crisi dell’editoria lascia lo spazio alle banche di svolgere un ruolo fondamentale e restituisce agli istituti di credito una visibilità forse non istantanea ma di lunga durata, qualificante. Ovviamente il discorso si rivolge a opere non effimere come quelle ricordate ché, contrariamente, le strenne strapaesane valgono meno della carta su cui sono stampate.
Un’operazione che ci sembra esemplare per il ritorno d’immagine, anche in ambito internazionale, è stata realizzata tra lo svizzero Gruppo Interfida, presente nel Ticino e con molte attività a Lugano, e la casa editrice francese Les Belles Lettres, una delle più importanti al mondo per i classici. Da pochi giorni è disponibile l’edizione critica dell’opera fondamentale di Copernico, “De revolutionibus orbium coelestium”, in tre volumi, alla quale hanno atteso per quasi quattro decenni Michel-Pierre Lerner, Alain Philippe Segonds e Jean-Pierre Verdet. L’aspettava la comunità scientifica e finirà nelle più prestigiose biblioteche; il 14 gennaio alle 17,30 sarà presentata all’Ambasciata di Polonia a Parigi. Oltre il sostegno del Cnl (Centre National du Livre), dell’Osservatorio parigino, della svizzera Associazione Mario Luzi, l’intervento di Interfida è stato determinante per la pubblicazione di un monumento della cultura occidentale.
Con Carlo Croci, direttore di questo Gruppo di commercialisti, revisori e immobiliari elvetici che opera anche al servizio delle banche, abbiamo parlato non dei soldi versati ma delle ragioni. Ci ha confidato, semplicemente: «Il marchio di Interfida sarà anche notato da studiosi di tutto il mondo, ma la vera ricompensa per noi è che questa opera abbia potuto finalmente uscire, senza ritardi, arricchendo, direttamente o indirettamente, la cultura di ogni uomo».
Il termine latino “sponsor” significava garante o mallevadore; nel periodo tardo, cristiano, anche padrino (di battesimo). Forse va così inteso il valore di taluni interventi economici: permettono di battezzare, con testi sicuri, nuove letture di Ovidio o Dante, Verri o Copernico. E la Rete ne trarrà beneficio. In futuro.