Libero, 6 gennaio 2016
A proposito dei due pescatori sardi che hanno legato un petardo a un gabbiano
I diritti degli animali saranno tra le frontiere di questo secolo, vedrete. Al di là di un certo animalismo disneyano, da imbecilli, è indubbio che le nuove generazioni abbiano una sensibilità diversa. Il punto è che niente evidenzia i paradossi del relativismo meglio di questo tema. Due pescatori sardi, l’altro giorno, hanno legato un petardo al collo di un gabbiano e l’hanno fatto esplodere mentre volava: video su Facebook e indagine della magistratura, e pare giusto. Ma se il video non ci fosse stato? E se avessero ammazzato il gabbiano più gentilmente, visto che stava mangiando il loro pesce? Qual è il reato, è il maltrattamento? Vedeste che cosa fanno ai volatili da batteria. Non se ne esce. Hanno proposto di classificare come domestici anche i conigli (terzo animale da compagnia più diffuso) che in Australia però sono un flagello per l’agricoltura, e i bambini gli sparano coi pallettoni: del resto in Cina mangiano i cani e i gatti. E le balene? Guai a chi le tocca, ma provate a dirlo ai golosissimi giapponesi, anzi, ditelo a Collodi, che in Pinocchio ne fa esplodere una. E i caprioletti di montagna, ciccini carini? Ditelo ai trentini, visto che sulla Statale 48 causano 300 incidenti stradali all’anno. Il problema è che i pescatori che hanno legato il petardo al gabbiano sono due cretini, ma questo è un reato difficilissimo da sanzionare. Ci provano da millenni. Col paradosso che a provarci, cioè a fare le leggi, talvolta sono altri cretini.