MilanoFinanza, 7 gennaio 2016
I tedeschi se la sono presa per le critiche di Renzi. Duro articolo della Frankfurter Allgemeine Zeitung
Matteo Renzi osa criticare la Germania? Ecco che Berlino schiera i suoi panzer, nello specifico Tobias Piller, corrispondente della Frankfurter Allgemeine Zeitung dall’Italia e dalla Grecia (l’accorpamento dice tutto). In un commento intitolato Le ambizioni di Renzi, Piller cerca di smontare il presidente del Consiglio italiano, ma la sua requisitoria manca di logica.
Secondo il corrispondente tedesco, Renzi è un populista che «si presenta come il salvatore d’Europa. Ma le sue idee non valgono nulla». Il capo del governo italiano «descrive il suo Paese come una vittima della politica tedesca, che da anni costituisce un ostacolo alla sua ripresa economica». In realtà, l’Italia è vittima non della Germania, ma di se stessa e Renzi propone le stesse ricette che negli anni 80 hanno portato il suo Paese sull’orlo del baratro: più deficit pubblico, la svalutazione della moneta e il sostegno della banca centrale. Peccato che anche la Germania abbia usato e usi tuttora le stesse armi. È stata infatti Berlino a non rispettare per prima il Patto di Stabilità nel 2003, sforando il tetto del 3% del deficit/pil per poter pagare i costi delle riforme sulla flessibilità del mercato del lavoro, mentre l’euro nell’ultimo anno e mezzo è sceso da 1,38 a 1,10 dollari, una svalutazione all’italiana, superiore al 20%, che ha dato fiato alle esportazioni teutoniche. Per non parlare del sostegno della Bce, che consente a Berlino di emettere titoli di Stato a tassi negativi fino alle scadenze a 6 anni. Piller accusa inoltre Renzi di voler mettere in comune i debiti pubblici e le garanzie bancarie. Ma se non si condivide nulla (a parte l’euro) di che unione si sta parlando? La risposta è semplice: la sola unione possibile per Piller è quella dove comanda la Germania. E tutti gli altri obbediscono a testa bassa.