Libero, 7 gennaio 2016
Il Ramadan cade in giugno e Londra vuol spostare la maturità per non sfavorire gli studenti musulmani
La comunità musulmana diventa sempre più numerosa e influente nel Regno Unito. E le autorità finiscono con l’adeguarsi, in molti settori. A partire da quello scolastico. Rischia molto probabilmente di subire delle variazioni il calendario degli esami di maturità nel Regno Unito – i cosiddetti GCSE ed A Level – per il fatto che il periodo di Ramadan cade quest’anno fra il 6 giugno e il 5 luglio. La priorità in questo caso sembra diventare quella di tutelare gli studenti di religione musulmana, che dovrebbero sostenere le sessioni mentre sono a digiuno. C’è il rischio quindi che indeboliti dalle ore senza cibo falliscano nei test o non diano il meglio. Ed ecco quindi che le autorità scolastiche pensano a una serie di variazioni. Secondo l’Independent, gli esami delle materie più importanti – come ad esempio matematica e inglese – potrebbero essere anticipati all’inizio delle sessioni, nel mese di maggio, o spostate in un’ora del giorno in cui è minore l’impatto per gli studenti a digiuno. Il Joint Council for Qualifications, l’organismo scolastico che regola il calendario degli esami, cerca di sminuire la portata dei cambiamenti. Si è detto pronto ad andare incontro alle esigenze dei diversi gruppi ma ha ricordato anche che è ristretto il periodo in cui si possono svolgere le sessioni e che oltre a questo ci sono altre limitazioni come l’elevato numero di candidati e le molte materie presentate agli esami.
Ma intanto potrebbe venir cambiata una tradizione scolastica che è stata seguita e rispettata da generazioni di studenti. Il governo di David Cameron dal canto suo cerca il compromesso per non avere ragioni di attrito con la comunità musulmana; in primavera si sceglie il sindaco di Londra e i laburisti hanno candidato proprio un islamico (per i conservatori c’è un ebreo). Si calcola che un bambino su 12 in età scolastica sia di religione islamica, mentre un terzo di tutti i musulmani – sono passati dagli 1,5 milioni nel 2001 ai 2,7 milioni di oggi – ha 15 anni o meno, mentre la metà è al di sotto dei 25 anni.
Fra i fenomeni che più preoccupano c’è la diffusione di scuole dove si insegnano principi islamici spesso vicini al fondamentalismo. O altre in cui non si rispettano alcune regole fondamentali e si promuovono, ad esempio, forme di segregazione dei sessi, dividendo i maschi dalle femmine nelle classi.