Corriere della Sera, 7 gennaio 2016
Lilli Gruber che siede in pizzo alla sua sedia, sull’orlo
Interno. sera. Salotto tv. La padrona di casa Lilli Gruber discute amabilmente con i suoi due ospiti, Fabio Volo e Michele Ainis (editorialista del Corriere). La serata prefestiva, probabilmente registrata, è all’insegna della cortesia, come si usa in Italia quando si presentano libri (La 7, Otto e mezzo, martedì, ore 20,35).
Come al solito Lilli siede in pizzo alla sua sedia, sull’orlo, e ogni volta temo che le ruote della poltroncina le possano fare un brutto scherzo. Cosa vorrà dire quella postura? Ha fretta di andarsene? Eppure il suo mestiere sarebbe quello di sollecitare la conversazione, ascoltare, intrattenere. Bisognerebbe chiederlo a Volo, che a casa Gruber si trova molto bene. Veramente Fabio si trova sempre bene, in qualunque posto lo si veda apparire nella Grande Casa Mediatica. E forse è questa la chiave del suo grande successo editoriale.
Chi sta seduto comodo infonde fiducia, fa sembrare facile quello che agli altri sembra difficile. Nel suo ultimo romanzo Tutta vita (Mondadori) parla, per esempio, di come l’arrivo di un figlio cambi il rapporto della coppia, il loro modo di fare sesso, la loro complicità. Tema non nuovo, ovviamente, ma il talento di Volo consiste nel proporre questi ragionamenti a persone che hanno bisogno di una scusa per ragionare un po’. Infatti i suoi programmi tv, un filo più pretenziosi, non hanno mai incontrato i grandi numeri, diversamente dai suoi libri. Ci sarà un perché?
Lilli, seduta in pizzo, aveva evidentemente fretta di andarsene e così si limitava a giocare con le parole (Ainis ha raccolto i suoi editoriali in un libro, L’umor nero, Bompiani), contando sulla cortesia degli ospiti, sul fatto che anche l’insoddisfazione per come girano le cose, in tv si volge presto nel suo contrario.
E comunque la battuta di Ainis «il successo è effimero, l’oblio è eterno» non è umor nero, è humour nero, grande elogio dell’inutilità teatrale del tutto. Compreso l’andare in tv.