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 2016  gennaio 07 Giovedì calendario

Il commento al campionato di Mario Sconcerti

Il Milan è una squadra sbagliata perché è quasi impossibile darle equilibrio. È piena di trequartisti che non saltano l’uomo e di uomini normali in mezzo al campo, senza più differenza. Questo condanna a non avere regolarità di gioco. Prendiamo ad esempio le ultime sei partite: il Milan ha segnato reti 0-4-0-1-4-0. È evidente che manca un filo, che si va a caso. Mihajlovic d’altra parte non è mai stato portatore di un calcio proprio. Non ha caratteristiche definite, è un buon gestore di situazioni. Fa di una pratica virile il suo fondamento, un vecchio spirito di spogliatoio che temo non sia adatto a una società fine come è sempre stato il Milan. Mihajlovic definisce i ruoli ma lascia che la loro esattezza faccia il gioco. Di suo non sa dare di più. In sostanza c’è una squadra sbagliata e un allenatore che non può accomodarla. Il Milan non ha prepotenza, Mihajlovic sì. Spostare questo peso per avvicinarsi crea scompensi ulteriori, manda tutti fuori dal proprio modo di essere. Di sicuro il Milan non merita il punto e mezzo a partita, il suo essere rimasto fuori dal campionato fin dalla prima giornata, ma non c’è una soluzione che salvi. E qui si arriva alla società. Il Milan si è spezzato quando Berlusconi ha tolto i suoi investimenti miracolosi e ha introdotto Barbara per equilibrio familiare. Non è un problema di Barbara, certamente sarà una risorsa, ma con lei è diventata un’altra società, un insistito vorrei ma non posso. Questo ha causato mercati che hanno abbassato incredibilmente il fatturato e la competitività mantenendo però gli stessi obblighi di risultato. Berlusconi il generoso, l’intenditore, l’uomo in più, è diventato uno che ha pensato di mettere tutti d’accordo: Galliani con Barbara, il risparmio con i risultati, l’esigenza finanziarie con mister Bee. È molto difficile da fare in pochi mesi, più facile scambiare quello che è conveniente con quanto è necessario. Infatti il Milan è una mezza buona squadra e una società rauca, che pensa ancora in grande ma corre a piccoli passi. Si può cambiare Mihajlovic, forse l’uomo sbagliato di una squadra sbagliata, ma è la società a dover essere sincera con se stessa, a raccontarsi ogni tanto la verità. L’altra parte di Milano intanto resta prima in classifica in fondo a una giornata scivolosa. L’Inter non ha giocato benissimo, ma ha rischiato niente su un campo molto difficile. L’Empoli veniva da 4 vittorie consecutive, ieri ha mostrato solo buona volontà, nessuna idea diversa. È stata normalizzata a spallate e poi battuta con il classico gol di un centravanti bravo e isolato. In trasferta l’Inter ha preso solo 5 reti, meno della metà della Fiorentina, 2 meno della Juve, 3 meno del Napoli. Questo non sarà un gran gioco, ma è un gioco chiaro, produttivo, conforme. Non si può chiedere di più a chi ha questi risultati. Nessuno ha la certezza che giocando meglio vincerebbe di più. E oggi vincere è ricchezza reale. La Juve intanto continua il suo filo di vittorie. In 8 gare ha recuperato 6 punti all’Inter, 7 a Fiorentina e Napoli, 14 alla Roma, 34 punti in totale. Ma anche le altre corrono.