La Stampa, 6 gennaio 2016
Obama piange per le vittime americane della mania delle armi
Ricorda lo stillicidio dei massacri legati alle armi da fuoco menzionandole una ad una, versa lacrime per le piccole vittime del «far west» di pistole e fucili, come gli alunni della scuola di Sandy Hook di Newtown, e snocciola punto per punto il suo provvedimento d’imperio volto a «impedire nuove stragi».
Barack Obama tiene fede alle promesse per il nuovo anno e annuncia il suo piano per mettere un freno alla circolazione selvaggia delle armi da fuoco negli Stati Uniti. Un piano in dieci punti attuato a colpi di «executive action», (decreto) perché «occorre sentire il senso di urgenza», dice l’inquilino della Casa Bianca citando Martin Luther King.
L’attacco alle lobby
«Le lobby non possono tenere in ostaggio l’America, le armi sono troppe ed urge controllarle», tuona il presidente che per dare una legittimità bipartisan alla sua crociata, ricorda come anche il collega George W. Bush e il senatore John McCain abbiano lavorato per disciplinare la vendita di pistole e fucili. Sono da 270 a 300 milioni quelli detenuti legalmente e illegalmente in Usa, troppi per Obama che dalla East Room della Casa Bianca volta pagina.
Licenza per i venditori
Innanzi tutto chiunque venda un’arma deve detenere un’apposita licenza e condurre controlli e accurate verifiche di «background» sugli acquirenti. Saranno fatte verifiche anche sul numero di armi che ogni operatore vende, una disposizione che elimina alcune eccezioni applicate nel caso di vendita online o presso le fiere di settore. I «background check» riguarderanno precedenti penali ma anche precedenti sanitari, così ciascuno Stato è tenuto a fornire informazioni sugli individui ritenuti non idonei al possesso di armi, come in casi di malattie mentali e disturbi psicologici o precedenti di violenza domestica. Ciò comporta che lo Stato sia a sua volta aggiornato al riguardo dalle stesse strutture sanitarie che tengono in cura o hanno informazioni di casi di pazienti affetti da disturbi.
Maggiori controlli
L’Fbi deve potenziare il personale che si occupa dei controlli sui possessori di armi. Nello specifico si dispone un aumento del 50% degli agenti addetti a queste mansioni con l’assunzione di oltre 230 nuovi «esaminatori» nell’anno fiscale 2017. Verrà chiesto al Congresso inoltre uno stanziamento di 500 milioni di dollari per migliorare l’accesso all’assistenza medica in ambito di salute mentale. Si dispone che i dipartimenti di Difesa, Giustizia e Sicurezza interna esplorino le potenzialità tecnologiche cosiddette «smart gun» per la sicurezza nell’utilizzo di armi.
Il ruolo del Congresso
Obama agisce quindi di imperio scavalcando Capitol Hill ma non tagliandola del tutto fuori: «Il Congresso deve agire sulla sicurezza della armi, ma oggi annuncio queste azioni esecutive perché l’America non può aspettare». Questo vuol dire che è atteso un futuro pronunciamento al riguardo dei legislatori, ma nel frattempo vale ciò che dice il presidente. Il rischio è che le sue disposizioni possano esser impugnate dinanzi alle autorità giudiziarie. Ipotesi questa – spiegano alcuni esperti legali – che si verificherebbe non per il provvedimento in se, visto che si tratta di una «disposizione chiarificatrice» entro il Secondo emendamento che consente di armarsi per difesa personale, nel caso un cittadino venga incriminato in base a tali disposizioni.