la Repubblica, 6 gennaio 2016
Paolo Becchi lascia il Movimento 5 Stelle
Via anche lui. Paolo Becchi, docente all’Università di Genova, considerato da molti e a lungo l’ideologo di M5S, non si riconosce più in un «movimento diventato partito», con un leader, Beppe Grillo, «che ha perso il suo spirito guerriero e è diventato lui pure un ologramma».
Professor Becchi, allora è la fine?
«Mi sono “dis-iscritto” il 31 dicembre».
E perché? Hanno trattata male proprio lei, l’ideologo?
«Mi hanno appiccicato questa etichetta, non mi sono mai considerato tale, il Movimento era post ideologico e mi piaceva per quello».
Allora perché la fine così, di colpo?
«M5S è diventato un partito ibrido e io non mi ci riconosco. Non mi piacciono i patti segreti».
Quali sarebbero?
«C’è un patto tra M5S e il Pd di Renzi, tenuto segretissimo e guai a parlarne».
Veramente M5S e Pd si menano tutti i giorni. Che prove ha del “patto segreto”?
«Semplice. Prima l’elezione dei giudici della Consulta, adesso c’è l’accordo sulle unioni civili, sulla fecondazione assistita a coppie omosessuali». È una battaglia per i diritti civili, perché M5S dovrebbe dire no? «Io non sono d’accordo con la fecondazione assistita per le coppie omosessuali. Rispetto tutti i diritti, ma qui si va oltre».
Di questi “patti” lei non s’era mai accorto?
«Se il Movimento fosse rimasto come era agli inizi, non avrebbero deciso i vertici, ma la rete».
Non sarà che lei si sentiva già emarginato, e ha preferito andar via?
«Ho difeso le idee, il modo di far politica di Grillo e del Movimento, quando era molto scomodo».
La sua scelta dà voce a chi dice: il M5S non accetta dissensi.
«Io ho pensato per me, per la mia delusione».