Corriere della Sera, 6 gennaio 2016
Il punto sui contratti
«Stiamo lavorando in una terra di nessuno. Il vecchio modello contrattuale nella pratica non esiste più. E così ai tavoli ci inventiamo l’impossibile per trovare un equilibrio che permetta un accordo tra le parti». Questo dicono a taccuini chiusi i sindacalisti che oggi negoziano per il rinnovo dei contratti: dal commercio all’industria alimentare.
L’intesa tra Cgil, Cisl e Uil sui modelli contrattuali viene vista con sollievo. Anche se, nelle categorie che pesano, qualcuno, pur senza esporsi, esprime dubbi: «Il rischio è che si faccia una proposta che serve più a uscire dall’angolo che a offrire strumenti utili a chi ai tavoli deve trovare delle soluzioni». C’è poi un’altra incognita. Il cambio al vertice di Confindustria si avvicina e a occuparsi della partita potrebbe essere il successore di Giorgio Squinzi a viale dell’Astronomia.
Ma tant’è. La prima negoziazione che potrebbe essere influenzata dall’intesa tra Cgil Cisl e Uil sui modelli contrattuali è sicuramente quella dei metalmeccanici. Un milione e 600 mila lavoratori. Non ci sono solo le tute blu. Prendiamo l’industria alimentare. Qui c’è una lunga tradizione di accordi unitari raggiunti senza attendere troppo dopo la scadenza del contratto. Il confronto tra Federalimentare e i sindacati è partito a metà settembre. Subito si è capito che la strada era in salita. Cgil, Cisl e Uil chiedono 150 euro in quattro anni. Le aziende non ci sentono. Ora la svolta – in un modo o nell’altro – pare vicina. L’ultimo incontro tecnico lo scorso 17 dicembre, si riprende l’11 e 12 gennaio.
Fase cruciale anche per il contratto della grande distribuzione. Dopo lo sciopero del 19 dicembre (il secondo) da Federdistribuzione è arrivata un’apertura. Gli incontri informali non sono mancati. Ma ancora non si può parlare di una vera ripresa della trattativa.