Corriere della Sera, 6 gennaio 2016
Inflazione mai così bassa dal 1959
ROMA Trascinata dalla discesa dei prezzi del petrolio, l’inflazione ha toccato l’anno scorso in Italia il livello più basso dal 1959 a questa parte. L’Istat ha registrato anche a dicembre una stazionarietà dei prezzi al consumo, e così il tasso annuo di crescita si è fermato ad appena lo 0,1%, dopo il già basso 0,2% del 2014. In Europa non va meglio: i prezzi al consumo, nei paesi con la moneta unica, sono saliti l’anno scorso dello 0,2%.
Al di là delle apparenze, l’inflazione a zero non è una buona notizia. Intanto rende più difficile la riduzione del debito pubblico, ma soprattutto è la conferma di un’economia che stenta a riprendere tono, con i consumi ancora molto deboli, nonostante gli stimoli eccezionali prodotti dalla Banca Centrale Europea. Dopo aver “bucato” per il terzo anno di fila il suo obiettivo statutario di un tasso d’inflazione inferiore, ma vicino al 2%, secondo molti osservatori la Bce ora sarà costretta a nuove mosse.
Anche l’inflazione di “fondo”, quella che non tiene conto dei prezzi dei prodotti energetici e alimentari, resta lontana dagli obiettivi: +0,9% nella zona Euro, +0,7% in Italia in media d’anno. I prezzi degli alimentari, a dicembre, sono addirittura diminuiti dello 0,3% rispetto al mese precedente ed il tasso di incremento annuo è sceso allo 0,9% (dall’1,3% di novembre).
Sempre a dicembre l’Istat ha registrato un’accelerazione della crescita dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, ma anche un crollo dei prezzi dei servizi di trasporto. In tutto questo, i prezzi dei prodotti energetici continuano a scendere, anche se a ritmi meno pesanti: -8,8% a dicembre rispetto al -11,2% di novembre.
L’effetto sui prezzi indotto dal calo del petrolio è destinato progressivamente a diminuire, ma non è da quel fronte che arriverà la spinta tanto attesa all’inflazione. Ieri le quotazioni del greggio erano di 37 dollari al barile, contro i 53 dollari della media annua, e secondo gli osservatori resteranno ancora per mesi su questi livelli.
In una situazione del genere è probabile che aumentino le pressioni sulla Banca Centrale Europea, che nonostante l’acquisto straordinario di 60 miliardi di euro di titoli al mese, ed i tassi di interesse ai minimi storici, non riesce a riportare l’economia continentale verso i suoi obiettivi (per il 2016 l’inflazione prevista da Francoforte è all’1%). Il prolungamento degli acquisti straordinari di titoli fino alla primavera del 2017 secondo alcuni osservatori potrebbe non essere sufficiente, e la Bce potrebbe essere indotta a potenziare ulteriormente la politica monetaria.
Il dato dell’inflazione italiana per i sindacati è «la conferma della piena deflazione», che spinge la Cisl a chiedere al governo di anticipare a quest’anno gli sgravi fiscali alle famiglie promessi nel 2017. Mentre i consumatori protestano per l’aumento delle tariffe, sproporzionati rispetto ad un’inflazione così bassa.