Corriere della Sera, 6 gennaio 2016
Nuove tensioni tra Italia e Europa: si dimette Carlo Zadra, l’unico italiano presente nel gabinetto di Juncker
ROMA È l’ennesimo capitolo dello scontro in corso fra Roma e Bruxelles. In attesa di un incontro di chiarimento fra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, in agenda a febbraio, un nuovo episodio ha arricchito la serie di incomprensioni recenti fra governo italiano e autorità europee: l’unico italiano presente nel gabinetto di Juncker, l’esperto giuridico Carlo Zadra, si è dimesso. La decisione è arrivata dopo una serie di contrasti con il capo di gabinetto Martin Selmayr, tedesco, culminati con l’attribuzione delle deleghe di Zadra a un collega britannico.
Un fatto «inaccettabile», lo ha definito il sottosegretario Sandro Gozi, che ha le deleghe sui rapporti con l’Unione Europea. L’Italia ora chiede con forza che la casella nell’esecutivo Ue resti italiana: «Iniziare il 2016 senza un italiano non faciliterebbe certo i rapporti, pretendiamo rispetto per quello che abbiamo fatto e stiamo facendo», dicono a Palazzo Chigi.
Sono tredici i membri del gabinetto di Juncker, non è un obbligo che uno sia italiano, ma è certamente di rilievo politico che un italiano che si dimette non venga sostituito con un connazionale. «Carlo Zadra è un ottimo funzionario, che conosco dai tempi in cui era al gabinetto Reding e con cui ho sempre lavorato molto bene», afferma Gozi. Per noi è essenziale che un membro di nazionalità italiana sia nel gabinetto Juncker», afferma ancora il sottosegretario, specificando di aver «già fatto una richiesta al capo di gabinetto, Martin Selmayr. Juncker – conclude Gozi – non ha nessun obbligo giuridico di avere determinate nazionalità nel suo gabinetto. Ancora una volta è una questione di opportunità politica».
Le dimissioni di Zadra, che aveva le deleghe su migrazioni, giustizia e affari interni, sono maturate dopo una serie di scontri cominciati già all’inizio del 2015. Ma a far scattare la decisione del funzionario italiano è stata la scelta del potente capo del gabinetto Juncker di nominare il britannico Michael Shotter, affidandogli il «coordinamento strategico» sulle materie già delegate a Zadra. La nomina è stata fatta poco prima di Natale, dopo il duro confronto tra Renzi e la Merkel nel Consiglio europeo di dicembre.
I funzionari sono formalmente indipendenti dai Paesi di origine, ma per tutte le cancellerie è importante avere un punto di riferimento negli uffici in cui vengono forgiate le politiche europee. Due eurodeputati di Forza Italia, Fulvio Martusciello e Salvatore Cicu, hanno affermato che l’uscita di scena di Zadra «dimostra l’inconsistenza del governo italiano e del premier Renzi».
La decisione di Juncker arriva anche dopo lo scontro fra Roma e Bruxelles sulla crisi dei quattro istituti bancari italiani, dopo le procedure di infrazione avviate dall’Europa nei nostri confronti su migranti e Ilva, e soprattutto dopo la denuncia del premier di un doppio standard nelle decisioni europee, a svantaggio del nostro Paese. A dicembre Renzi ha sollevato una serie di questioni sugli equilibri di potere nella Ue, da un presunto occhio di riguardo nei confronti del gasdotto Nord Stream – dopo la bocciatura del progetto South Stream che vedeva l’Eni come capofila – al dossier dei migranti, sul quale gli altri Paesi, in tema di relocation, non starebbero facendo quanto promesso.