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 2016  gennaio 05 Martedì calendario

La rivolta dei cowboy in Oregon: «La terra è nostra, via lo Stato»

«Se provano a cacciarci, useremo la violenza per difenderci». La minaccia fatta ieri dagli uomini asserragliati nel Malheur National Wildlife Refuge dell’Oregon ricorda le peggiori tragedie nella sfida fra le milizie americane e il governo.
Sabato un gruppo di cowboy erano andati a Burns, paesino dell’Oregon abitato da 2.700 anime, per esprimere la loro solidarietà a Dwight e Steven Hammond, due rancher locali condannati tre anni fa perché nel 2001 e 2006 avevano dato fuoco a terre di proprietà federale. I due, padre e figlio, erano stati condannati rispettivamente a 3 mesi e un anno di prigione, che avevano scontato. Un giudice però ci ha ripensato, ha deciso che la sentenza era troppo morbida, e quindi l’ha allungata a 4 anni. Gli Hammond, pur protestando, hanno accettato il nuovo verdetto, promettendo di consegnarsi alla prigione della California che li aspetta. I cowboy confluiti su Burns però non hanno condiviso la loro rassegnazione, e sotto la guida di Ammon e Ryan Bundy hanno occupato il Malheur National Wildlife Refuge, parco nazionale a una trentina di chilometri dal paese. Ammon e Ryan sono figli di Cliven Bundy, allevatore del Nevada che un anno fa era stato protagonista di una simile sfida con le autorità federali, che lo accusavano di aver pascolato per anni il suo bestiame su terreni dello Stato. I Bundy quindi hanno deciso di sfruttare il caso degli Hammond per rilanciare la loro battaglia contro il governo: «Il nostro scopo – hanno detto – è ristabilire i diritti del popolo, affinché tutti possano usare la terra e le sue risorse».

Antichi rancori

La disputa è antica. Questi gruppi rimproverano allo Stato federale di essersi impossessato di terreni pubblici, che usa contro gli interessi della gente, ad esempio trasformandoli in parchi o imponendo vincoli ambientalistici sul loro uso. Le rivolte servono a provocare lo scontro, sollevare la popolazione e far arretrare Washington, restituendo la gestione delle terre contese alle autorità locali.
I fronti aperti
È uno dei vari fronti aperti fra milizie, sette religiose, movimenti razzisti o anche gruppi di semplici cittadini, contro il governo centrale. Questo risentimento esiste da secoli, ma è cresciuto a partire dall’inizio degli Anni Novanta, dopo episodi come l’assedio di Ruby Ridge in Idaho, dove nel 1992 gli agenti federali uccisero la moglie e il figlio del suprematista bianco Randall Weaver, e quello di Waco, dove il 19 aprile 1993 furono uccisi 76 membri della setta religiosa Branch Davidian. L’attentato di Oklahoma City nel 1995 era stato pensato da Timothy McVeigh come un atto di vendetta contro il governo federale.
Il caso dell’Oregon riguarda l’uso delle terre federali, ma rientra in un fenomeno che secondo il Southern Poverty Law Center è aumentato dopo l’elezione di un nero alla Casa Bianca. Nel 2012, infatti, questo centro di studi ha contato 1.360 milizie radicali in America. La strategia dell’Fbi, dopo Waco, è diventata quella di circondare gli insorti senza attaccarli, nella speranza di stancarli evitando lo scontro. Ammon e Ryan Bundy, però, dicono che vogliono abbattere lo Stato e sono pronti a resistere.