Il Messaggero, 5 gennaio 2016
Il nonno riconosce il piccolo jihadista
«Quel bambino vestito da jihadista che appare nell’ultimo video dell’Isis è mio nipote Isa». Parola di Henry Dare, di professione autista, che lo ha svelato al Daily Telegraph. «È lui non c’è dubbio» ha detto l’uomo sorpreso e preoccupato. È stato ascoltato dalla polizia che gli ha chiesto come la figlia si sia avvicinata all’estremismo islamico. La donna era cristiana ed è diventata musulmana per poi unirsi a fondamentalisti, tra cui quelli legati all’assassinio del militare britannico Lee Rigby, vittima di un attacco a Woolwich – sudest di Londra- il 22 maggio 2013, frequentando una moschea; si chiama Grace “Khadija” Dare, i genitori sono originari della Nigeria; risiedeva a Lewisham, nella periferia sud orientale di Londra che ha lasciato nel 2012 per unirsi allo Stato islamico come altre “spose della guerra santa” britanniche prima e dopo di lei. La donna lo scorso luglio aveva già pubblicato su internet la foto di Isa, ribattezzato dalla stampa britannica “Jihadi junior”, dal soprannome del boia britannico “Jihadi John”, che imbracciava con difficoltà un kalashnikov. La donna è apparsa in tv in alcuni reportage dalla Siria dedicati alle “spose della jihad“, affermando che non avrebbe mai più fatto ritorno a casa e che aspirava a divenire la prima donna a decapitare un ostaggio. In Siria avrebbe sposato un jihadista svedese, conosciuto come Abu Bakr, poi rimasto ucciso. Oltre ad Isa, la Dare ha anche un figlio più piccolo.
Il piccolo Isa, nel video “pescato” due giorni fa sulla Rete, appare al termine e il “regista” gli fa pronunciare minacce di morte verso tutti i miscredenti. Prima di lui parla quello che è stato definito “Jihadi John-due” che sarebbe il 32enne Siddahrta Dhar, musulmano britannico di origine indiana, che rivolge anche lui minacce alla Gran Bretagna e ordina l’esecuzione di 5 presunte spie (un libanese e 4 siriani) al servizio di Londra.