la Repubblica, 5 gennaio 2016
Alessia Cielo, la tredicenne che potrebbe essere la Pellegrini di domani
Le candeline sulla torta di compleanno proprio ieri: 13. Un’età per mettere le dita nella panna, invece la festa di Alessia Cielo è infilare nel cloro i piedi lunghi come pinne e nuotare avanti e indietro, possibilmente fino e oltre Federica. Veneta come la Pellegrini, la teenager dal cognome evocativo si allena a Verona come la campionessa di Spinea, nuota le stesse distanze dell’olimpionica, è allenata da Federico Bonifacenti, uno dei tanti ex coach di Fede oltre che a lungo vice del mai dimenticato mentore della primatista del mondo, Alberto Castagnetti, scomparso nel 2009. E va veloce, Alessia, più veloce di tutte le sue coetanee. «Ha talento, grande capacità di apprendimento, e migliora sempre di più» racconta Bonifacenti, che la segue dal settembre 2014 dopo aver lasciato il suo incarico alla federazione per collaborare con la Sport Management nella piscina Santini. «Da questa stagione Alessia nuota per il Team Lombardia, una delle società che raccolgono i migliori talenti italiani. La nuova Pellegrini? Non mettiamole pressione, alla sua età tutto può succedere, è una fase delicata e di grandi mutazioni. Certo, dovessi fare un sogno sarebbe questo: che se Federica davvero tornasse in vasca alle Olimpiadi di Tokyo 2020 per la staffetta, mi piacerebbe vederla nuotare insieme ad Alessia».Un sogno mica tanto surrealista. Questo pesciolino di nome Cielo, pesciolino non lo è manco tanto: alta 186 centimetri, porta 45 di scarpe. D’altra parte ha due stanghe di genitori, entrambi cestisti: papà Massimo (2.05 cm) ha giocato in serie A e B, e anche nella Nazionale giovanile nel 1991 quando in Grecia vinse l’oro agli Europei under 17. Mamma Valentina Vertuani anche lei ex giocatrice di basket di B, oltre che ex nuotatrice per un po’. Il fratello maggiore di Alessia, che ha 15 anni, bazzica sotto canestro e svetta fino a 190 centimetri (ma è iscritto alla scuola militare di Milano). Alessia ha iniziato con l’acqua e la pre agonistica a sei anni, poi ha lasciato per i pattini a rotelle, poi è tornata tra le corsie: «Le facevano fare la rana all’inizio, ma a lei non piaceva. Non aveva avuto risultati brillanti, voleva mollare». Invece progressi pazzeschi quest’anno: in vasca 25 mt, sui 200 stile libero 2’06’’22, nei 400 4’23’’65. Alessia fa anche gli 800 e i misti. «I 100 no, già va bene. È più importante allenare le distanze lunghe. La sua caratteristica migliore è che impara in fretta e progredisce, ha un buon rapporto peso-potenza e l’acquaticità che non si insegna, poi c’è la sua applicazione che non ha pari nei coetanei, soprattutto maschi: svolge lavori importanti, curando tempi e tecnica». Sei giorni su sette in piscina da quando ha trovato un accordo sugli orari del catechismo, l’anno scorso rinunciava a un giorno di cloro. Adesso mezz’ora di ginnastica e poi giù in acqua.Dimensione Pellegrini, anche se Alessia adora Missy Franklin. «Molti allenatori parlano subito di Olimpiadi, io dico che c’è tanto ancora da fare. Alessia vive la realtà di una bambina della terza media, che vuole fare la nuotatrice. Io cerco di non esaltarla tanto, anche ai genitori ho chiesto di prendere le cose con leggerezza, fare l’allenatore non è solo tecnica ma anche psicologia». Castagnetti docet, e anche la Pellegrini lo sa bene. «Se Fede sarà competitiva a Rio? Sì, è un fenomeno, riesce a cavare oro anche da condizioni di forma non eccelse. Certo mi dispiace che abbia abbandonato i 400, che fu anche un motivo di separazione tra noi nel 2011. Come diceva anche Alberto, curando le virate Fede avrebbe guadagnato di più. Comunque ai Giochi in Brasile le altre saranno condizionate dalla sua presenza». La piccola Alessia studia. «In allenamento 20 volte i 100 partendo ogni minuto e 20, realizzando tra 1’09 e 1’10. Io cerco di non esagerare sennò che cosa le faccio fare dopo?». Magari, la campionessa?