La Stampa, 5 gennaio 2016
Quelli che comprano il biglietto della Lotteria, vincono e non vanno a incassare il premio
È un sogno che rimane chiuso nelle casse dello Stato: sbancare la Lotteria Italia, – che torna domani sera su Rai 1, con l’estrazione dei biglietti vincenti 2016 – e dimenticarsi di incassare la somma conquistata. Sembra assurdo, quasi una beffa che può capitare giusto nel film «Ho vinto la lotteria di Capodanno», dove il giornalista interpretato da Paolo Villaggio affronta mille peripezie pur di recuperare il tagliando vincente dimenticato nella macchina per scrivere. Eppure succede davvero.
I dati dei Monopoli raccontano che, dal 2002 a oggi, oltre 23 milioni di euro di montepremi, estratti e assegnati, almeno sulla carta, a qualche fortunato sconosciuto, non sono mai stati reclamati. Il caso più eccezionale nel 2009: fu dimenticato il biglietto del primo premio da cinque milioni venduto a Roma.
Misteri
Che cosa è accaduto al proprietario. Lo ha perso? È deceduto? Chissà. Sta di fatto che, per l’edizione successiva, vennero istituiti due primi premi, del medesimo ammontare. Non era mai accaduto. Per gli importi non riscossi, infatti, non è prevista l’estrazione di un secondo biglietto vincente. Il denaro resta nei forzieri dei Monopoli, a disposizione per i futuri concorsi.
Va detto che, nel 2015, il numero degli smemorati è diminuito. Quando il 9 luglio è scaduto il termine di 180 giorni per ritirare i premi dell’edizione passata della Lotteria Italia, le vincite non pagate ammontavano a 856mila euro. «E tra di esse non c’era nessuno dei sei primi premi, da 5 milioni a 250mila euro», racconta Paolo Giannace, di Agipro News, agenzia che analizza dati e tendenze del mondo dei giochi e delle scommesse. Nel 2014, invece, erano rimasti all’Erario quasi due milioni, tra cui il quarto premio da un milione di euro, finito all’Aquila e mai reclamato. A questo si aggiunsero sei premi da 60mila e diciannove da 20mila.
«La vendita dei biglietti comincia molto in anticipo rispetto al momento dell’estrazione, a metà settembre» spiega ancora Giannace. «All’Epifania – prosegue – tanti non ricordano più di avere un tagliando, o non sanno dov’è finito». Aver annotato il suo numero su un foglio o sul cellulare è inutile: per poter riscuotere il premio è necessario, entro i 180 giorni, presentare il tagliando integro e in originale agli sportelli della banca Intesa Sanpaolo o all’ufficio Premi di lotterie nazionali dei Monopoli. Si può anche inviare per raccomandata, ma serve la copia autentica. Conservarla non è scontato. «Oggi – prosegue l’esperto – c’è molto meno attenzione verso questo tipo di concorsi rispetto al passato».
Quest’anno le vendite dei biglietti sono cresciute del 13,5%: sono stati staccati 8 milioni e 700mila tagliandi. Ma nel 1988 furono quasi 38 milioni. Più di uno a testa. Tra gli anni Ottanta e Novanta le lotterie erano addirittura tredici l’anno, da quella del Carnevale di Viareggio a quella del Giro d’Italia, per citarne alcune. Oggi la Lotteria Italia è l’unica superstite, se si esclude quella abbinata al Premio Braille, inaugurata l’anno scorso. La gente preferisce i giochi dall’esito immediato: slot, bingo, Gratta e vinci. E così tanti si dimenticano addirittura di incassare i biglietti della Lotteria vincenti.