Corriere della Sera, 5 gennaio 2016
Il Real caccia Benitez. Arriva Zidane
Salivazione azzerata. Pelata luccicante. Lo sguardo un po’ fisso, ma soddisfatto. Poche parole, senza citare il predecessore: «Sono più emozionato di quando firmai da giocatore». I Galattici vanno al Galattico per eccellenza, praticamente il Real Madrid all’ennesima potenza. Perché Zinedine Zidane da ieri sera non è più l’allenatore di suo figlio Enzo al Castilla (presente coi tre fratelli all’investitura paterna), ma è stato promosso da Florentino Perez sulla panchina della casa madre, al posto di Rafa Benitez, che dopo sei mesi non lascia né macerie, né rimpianti. Ma lascia soprattutto un senso di grigiore, nel gioco e nei rapporti con lo spogliatoio che mal si addice al club di calcio con il fatturato più alto al mondo e al suo noto senso scenografico. «È un grande giorno per il madridismo. Per te niente è impossibile» è in effetti la frase teatrale con cui Perez scarica Benitez e chiama Zizou davanti ai microfoni. «Abbiamo il miglior club del mondo. Vogliamo vincere» dice l’ex secondo di Ancelotti, dopo il cambio palesemente invocato dai giocatori e accelerato dall’incapacità di Benitez di riportare la squadra dalla sua parte. Il feeling tra Rafa e gli orfani di Ancelotti non si è rotto. Semplicemente non è mai cominciato, perché Benitez è pur sempre quello che entrò nello spogliatoio dell’Inter dopo Mourinho (e il Triplete) dicendo provocatoriamente «adesso si gioca a calcio». E che in uno dei primi allenamenti al suo ritorno al Real (dove allenò le giovanili) ha cercato di spiegare a Ronaldo, fin qui comunque tra i più deludenti, come calciare bene un pallone. Quando poi il Real ne ha dovuti raccogliere 4 (a 0) al Bernabeu nel Clasico del 22 novembre era sembrato chiaro che qualcosa non funzionasse. Anche se la squadra di Benitez ha vinto il suo girone di Champions battendo il Psg e ha davanti a sé gli ottavi contro la Roma, l’esclusione dalla Coppa del Re per aver schierato un giocatore squalificato (Cheryshev), un’altra sconfitta col Villarreal e il pareggio di domenica (2-2) a Valencia hanno convinto Perez a riconoscere il proprio errore. Anche perché le reazioni dei senatori, da Marcelo a Sergio Ramos (protagonista anche di un alterco in campo con Ronaldo) erano diventate ormai dei dischi rotti: «Sosterremo l’allenatore, che sia Benitez o un altro...». Il pallone, avvelenato dal terzo posto a 4 punti dall’Atletico e potenzialmente a 5 dal Barcellona che deve recuperare una partita, finisce adesso sui piedi di Zidane (227 partite col Real), molto prima del previsto, dato che Benitez aveva firmato un triennale. «Credo che tutto andrà bene – dice il francese —. L’importante è cominciare a lavorare con la squadra. Metterò tutto il cuore per il club e spero che tutto vada bene». Con Zidane – 26 vittorie, 17 pari e 14 sconfitte sulla panchina del Castilla, curriculum normale – ci sarà l’ex interista Solari. Il primo allenamento sarà a porte aperte. Mentre la prima voce di mercato, clamorosa per le dinamiche interne al Florentinismo, riguarda un possibile ritorno di Casillas (ora al Porto), voluto da Zidane in persona. Sembra quasi un messaggio trasversale, magari al peggior nemico di Casillas, José Mourinho. Perché Zizou in fondo è un’incognita galattica. E se dovesse fallire magari si ripartirà da capo: anche Conte e Allegri seguono con interesse il nuovo cinema blanco.